DOMANDA
Dottore salve volevo chiederle se mia sorella di 36 anni ha possibilità di tornare alla vita normale dopo che a dicembre dello scorso anno ha avuto una emorragia cerebellare dovuta alla rottura di una MAV vermiana di 2cm di diametro,al momento dell’accaduto non parlava bene,barcollava, aveva continui conati di vomito e dolori forti all’altezza del cervelletto, è stata portata subito in ospedale e dopo una settimana è stata chiusa la MAV attraverso l’embolizzazione e drenato l’idrocefalo che si era formato,dopo una settimana in rianimazione e dopo 2 settimane di degenza,da metà gennaio sta facendo riabilitazione e i miglioramenti si vedono,non riusciva ne a parlare ne a camminare,nn deglutiva,ora riesce a mangiare da sola, cammina ma nn ha ancora equilibrio, parla ma la voce è alterata,tutti i movimenti sono rallentati,a livello cognitivo non ha problemi..ha avuto casi del genere??i tempi di ripresa sono lunghi??si riprenderà del tutto??Grazie per l’attenzione..
RISPOSTA
Gent.le signora,
la rottura di una Mav vermiana è un evento relativamente raro che spesso dà segni clinici importanti come quelli manifestati dalla paziente.Il trattamento endovascolare con l’embolizzazione ha probabilmente consentito di escludere con successo la Mav,limitando così il rischio emorragico (da monitorizzare).
Adesso il percorso terapeutico prevede un trattamento riabilitativo prolungato nel tempo che tenga conto della disabilità sopravvenuta e che con interventi personalizzati miri a fare riacquistare alla paziente l’autonomia di base,personale e relazionale .
L’intervento del Team Riabilitativo (Fisiatra,Fisioterapista,Logopedista,Terapista Occupazionale) integrato con lo Psicologo sono indispensabili per garantire la migliore prognosi riabilitativa della giovane paziente.
Inoltre,gli interventi riabilitativi,effettuati con tecniche di Rieducazione Neuromotoria quali PNF, Bobath e Perfetti (le più utilizzate) integrate con l’uso di presidi o ausili personalizzati possono consentire di limitare ulteriormente la disabilità in attesa del più stabile recupero funzionale.
In ogni caso,cara signora,posso confermarle che i tempi di recupero sono lunghi e spesso i progressi sono molto lenti ma costanti nel tempo.
Si affidi a buoni professionisti(come mi sembra di capire stia facendo) e vedrà che i risultati arriveranno,anche se attraverso un “percorso” che spesso potrà sembrarle faticoso e quasi “ad ostacoli ” .
Cordialità Dott. Giuseppe Scaglione