DOMANDA
Egregio dottore,
mia moglie ha 37 anni e nel mese di dicembre le è stato diagnosticato un carcinoma mammario multicentrico con metastasi ossee her2 pos 90%, sensibile ai recettori ormonali al 90% . Ha intrapreso una terapia neoadiuvante con taxotere ,herceptin ,pertuzumab . Alla IV terapia ha fatto una pet nella quale era scritto che non vi era attività metabolica e che la terapia era completamente efficace anche per le ossa. Le chiedo se secondo lei è opportuno che si sottoponga all’intervento di mastectomia? Che speranze abbiamo che la terapia biologica ed endocrino abbia efficacia in futuro?
Grazie
RISPOSTA
Gentile signore,
Poiché la malattia di sua moglie possiede il recettore HER2 (oltre ai recettori ormonali) è molto importante bloccare questo recettore, come sta correttamente facendo con gli anticorpi specifici (Herceptin e Pertuzumab). Essendo la malattia diffusa alle ossa un eventuale intervento chirurgico sulla mammella non ha un impatto sulla guarigione, quindi nella maggior parte dei casi è da sconsigliare.
Esistono delle eccezioni: ad esempio quando si teme che nella mammella si formino delle ulcerazioni o sanguinanti oppure la malattia crescendo potrebbe creare dei danni locali importanti. In questo caso si fanno degli interventi di mastectomia per togliere il tumore solo per “pulizia”.
Infine esiste il caso che la malattia scompaia nelle altre sedi (ossa) in cui è presente e in questo caso, se rimane solo nella mammella potrebbe essere indicato fare un intervento di asportazione. Ma sono casi particolari.
Per questo tipo di malattia è importante non smettere gli anticorpi; ci sono pazienti che vivono con queste cure da molti anni, in un equilibrio che permette una vita normale pur dovendo ogni mese fare la terapia biologica.
Spero di essere stato chiaro
Cordiali saluti
Rodolfo Passalacqua