mi darebbe delle informazioni su questo caso?

    Pubblicato il: 4 Gennaio 2013 Aggiornato il: 4 Gennaio 2013

    DOMANDA

    Salve dottore,Ho una sorella che all’età di 17 anni fu ricoverata in s.p.d.c. con un T.S.O. mentre era a scuola e non sappiamo ancora cosa accadde realmente quel giorno.Ora ha 25 anni.in questo lasso di tempo le diagnosi di circa 20 ricoveri volontari erano di:disturbo bipolare,disturbo schizo-affettivo o disturbo di personalità mista o N.A.S.Lei pensa sia dovuto a traumi infantili o altro?l’ipnosi regressiva ,la psicanalisi o altre tecniche sono utili?Assume depakin e seroquel.Le descrivo il suo comportamento:diventa violenta verbalmente, è viziata non lavora e a casa non fa nulla,è disordinata,per futili motivi minaccia di denunciarci tutti alle forze dell’ordine e lo fa!.E’ egoista pensa solo ai suoi interessi,gli stessi e poco importanti, solo cose futili, come una bambina capricciosa.non ha impegno,responsabilità,rispetto per se stessa e per gli altri.agli inizi tentò il suicidio coi farmaci e gli autolesionismi, le grida in mezzo alla gente quando si innervosisce.Passa le giornate dormendo sul letto a specchiarsi e ascoltare la radio, si mette a ridere senza motivo e pretende di essere servita,mangia male,è obesa.vorrei porLe alcune domande:cesserà o si attenuerà il comportamento,potrà vivere da sola,trovare un lavoro.le comunità potrebbero aiutarla?dovremmo spronarla infischiandocene delle sue minacce o ignorarla?il medico attuale le ha diagnosticato una dissociazione psichica con turbe disforiche.la terapia è depakin,impromen gtt,akineton,fiala di neurol.La ringrazio.

    RISPOSTA

    Gentile Signore,

    le manifestazioni psicopatologiche che lei descrive sono tipiche in pazienti con disturbi psichici quali quelli diagnosticati a sua sorella, nei quali coesistono alterazioni del tono dell’umore e turbe dissociative, non a caso nella psichiatria classica si usava il termine di disturbo schizo-affettivo, poi caduto in disuso. Nel caso specifico di sua sorella sembra coesistere anche un disturbo di personalità. Parlando in generale, come è ovvio non avendo visitato sua sorella, posso dirle che in questi casi è necessario mantenere una terapia psicofarmacologica continuativa, che lo specialista psichiatra potrà modificare nel tempo sulla base della remissione, o per converso della recrudescenza, di specifici componenti sintomatologiche. Alla terapia psicofarmacologica, ribadisco, di importanza prioritaria, potrà essere affiancato un intervento psicoterapeutico, allorquando lo specialista psichiatra ravveda uno spazio di azione per tale intervento, che potrà essere utile in particolare nel plasmare gli aspetti alterati della personalità, considerata anche la giovane età della paziente. Da un punto di vista prognostico, sempre parlando in generale, si può dire che in molti casi si assiste ad un buon controllo del quadro clinico che si accompagna anche ad un soddisfacente recupero sul piano sociale e lavorativo, specialmente in quei casi in cui la componente affettiva del disturbo, cioè l’alterazione del tono dell’umore, è predominante rispetto alle manifestazioni dissociative.