Mi sottovaluto continuamente

    Pubblicato il: 28 Marzo 2012 Aggiornato il: 28 Marzo 2012

    DOMANDA

    Buongiorno,
    sono una studentessa di medicina di 23 anni. Fin dalle scuole medie, ho sempre avuto un sentimento e atteggiamento di autosvalutazione e scarsa autostima. All’inizio lo attribuivo all’età e a quella che chiamano “crisi adolescenziale”, ma negli ultimi anni la cosa si è accentuata. Inoltre da che ho memoria non mi sono mai sentita realmente felice e spensierata. Da qualche anno il mio tono dell’umore è sempre grigio (anche se con momenti di relativo benessere che comunque non riesco a chiamare “felicità”), e sono alquanto pessimista. L’autosvalutazione è una cosa che faccio inconsciamente, perché razionalmente mi rendo conto di essere una persona normale, con capacità normali e aspetto normale (sì, sono sovrappeso e questo mi crea disagio, ma mi rendo comunque conto di non essere poi così male), ma non faccio altro che sminuire me stessa e le mie capacità. Sono molto insicura. Questo mi crea qualche problema nelle relazioni con gli altri, perché non mi propongo mai, non “mi butto” mai per paura di essere rifiutata (o meglio: con la certezza di essere rifiutata). Non sono molto brava a instaurare nuovi rapporti di amicizia e spesso mi serve una persona che faccia da traino per inserirmi in un gruppo (ma questo l’ho sempre attribuito a una sfumatura del mio carattere). Mi sento spesso fiacca, stanca, svogliata, a volte non riesco a concentrarmi e mi distraggo molto facilmente. Tendo facilmente a ingrassare. Ci sono periodi in cui sono sempre assonnata. Mi è capitato

    RISPOSTA

    La sua mail è giunta incompleta, ma sufficientemente chiara. L’autosvalutazione, cioè la tendenza a sottovalutare le proprie qualità e capacità, è una condizione che in adolescenza è molto frequente, perché in questa fase della vita ci si deve confrontare con il mondo esterno e con le richieste del mondo adulto rinunciando gradualmente alla protezione della famiglia. Generalmente con l’età adulta si acquisisce una percezione di sè più adeguata alla realtà che ci circonda. Lei non è un’adolescente nel senso cronologico del termine, ma oggi l’età dell’adolescenza si è molto prolungata per l’allungamento del periodo di studio e la prolungata dipendenza economica ed emotiva dalla famiglia. La persistenza di una tendenza autosvalutativa potrebbe essere in relazione con problematiche adolescenziali non risolte. Le conseguenze sono spesso l’insicurezza, la perdita di motivazione, un senso di scontentezza che sfiora la depressione, il pessimismo, la tendenza all’isolamento sociale, tutti elementi che tendono ad autorinforzarsi. Proprio per evitare questo circolo vizioso è necessario ricorrerre ad un sostegno psicologico ed eventualmente ad una psicoterapia.

    Renzo Rizzardo

    Renzo Rizzardo

    ESPERTO IN DISTURBI DELL’UMORE E D’ANSIA. Già professore a contratto di psichiatria all’Università di Padova. Nato a Basiliano (Udine) nel 1946, si è laureato e specializzato in psichiatria a Padova. È stato responsabile del centro di salute mentale dell’Università di Padova e coordinatore regionale per il Triveneto della Sirp (Società italiana di riabilitazione psicosociale). Si […]
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