DOMANDA
Salve. Il mio problema è banale ma comincia a diventare fastidioso.
Cerco di essere conciso. Da ormai due anni vivo lontano da casa per motivi di lavoro. Ho 29 anni e nessuna intenzione e, soprattutto, possibilità concreta, di tornare a casa (Palermo, lavoro a Roma). I miei genitori (50 anni circa ciascuno), cominciano a farmi pesare la cosa pretendendo maggiori attenzioni verso loro sia attraverso chiamate che tramite Whatsapp: se non rispondo alle chiamate, mi viene fatto notare con un certo astio nella telefonata successiva; se non scrivo il buongiorno su whatsapp, mi viene fatto notare parimenti.
Quest’estate si è verificata una brutta situazione che ha coinvolto la mia ragazza: abbiamo deciso di passare le nostre due settimane di ferie a Palermo (lei è di Cagliari); siamo stati anche con la mia famiglia per un buon numero di giorno ma poi ho voluto godermi ragazza e amici. Bene: tutta la mia famiglia ha fatto fronte comune nell’additarmi come un ingrato perché, e qui cito: “Negli ultimi 5 giorni non ti sei venuto a prendere un caffé né hai scritto un saluto su Whatsapp”. Spiego che io e la mia ragazza avevamo chiaramento detto che saremmo stati in un b&b e che la mia ragazza si è trovata male con mia sorella.
Come posso fare a far capire che la distanza dev’essere accettata, che io posso non volerli sentire ogni giorno e che Whatsapp non dev’essere una prigione?
Grazie,
Pietro
RISPOSTA
Gentile Pietro, tecnologia e Whatsapp a parte, sua mamma sta vivendo quello che un pò tutte le madri si ritrovano a vivere quando i figli crescono e lascaino la casa: la fase del nido vuoto. Un momento delicatissimo per i figli certo, perchè devono sperimentarsi da soli nel momndo, ma parimenti per i genitori, che si ritrovano a non rivestire più quel ruolo di privilegio che hanno avuto fino ad adesso. da qui la difficoltà, soprattutto per una madre, di accettare di non essere messa al primo posto nei pensieri di un figlio (ma un’altra donna c’è già..) e di dover restare spesso a guardare le scelte dei propri figli senza fare nulla e talora senza esserne diretti protagonisti. Immagino che lei capisca molto bene quanto ciò sia difficile da capire e quanto sia complicato magari cambiare atteggiamento solo perchè il proprio figliolo è diventato indipendente: la sua mamma era apprensiva e chioccia già prima? Niente di pi semplice allora che lo sia anche adesso, se non di più. Cosa si può fare? Prima di tutto serve del tempo. Ad entrambi. A sua mamma per accettare la nuova situazione ed a lei, Pietro, per capire come può tranquillizzarla della sua presenza senza la sua invadenza. Provi a parlarle con serenità e con affetto: spiegandole che lei capisce benissimo le sue difficoltà ed è consapevole di quanto bene le vuole. Le spieghi anche il suo imbarazzo e il dispiacere nel non poter essere presente come prima, specificando che è tutto parte della vita e che comunque lei ci sarà sempre. le faccia delle sorprese, non la allontani, così come non allontani la sua famiglia, ma sappia distribuire bene il tempo e le attenzioni alle persone a lei care. Un grande saluto