Microematuria persistente e sintomi recenti

    DOMANDA

    Salve Dottore,
    ho 31 anni, non fumo, consumo pochissimo alcol, non svolgo professioni a rischio e non ho familiarità con tumori dell’appartato urinario (ho una famiglia numerosa ed ho solo 3 casi di familiari morti per patologie oncologiche, ma di altra natura e in età piuttosto avanzata).
    Causa lavoro e pandemia, conduco purtroppo una vita molto sedentaria. Negli ultimi 3 anni ho avuto pochi rapporti sessuali (5 o 6 all’anno), tutti protetti e con la stessa partner.

    Ho scoperto per caso di avere microematuria persistente da quasi 2 anni e da 6 mesi soffro di alcuni sintomi urinari leggeri e sporadici. Elenco la storia clinica:
    – Ottobre 2019: dopo 7 anni senza fare alcun esame, eseguo un esame delle urine insieme a numerosi esami del sangue, compresa azotemia, fatti come controllo di routine.
    Risultato: nessuna anomalia eccetto la presenza di microematuria, precisamente in quantità 50 RBC/ul.
    – Febbraio 2020: ripeto gli stessi esami, ma presso un secondo laboratorio.
    Risultato: ancora nessuna anomalia eccetto la presenza di microematuria, precisamente 2 crocette
    – Agosto 2020: ripeto gli stessi esami
    Risultato: ancora nessuna anomalia eccetto la presenza di microematuria, precisamente 2 crocette
    – Ottobre 2020: eseguo un urinocoltura presso un terzo laboratorio
    Risultato: nessuna infezione, ma ancora microematura, precisamente 0,10 mg/dl.
    – Novembre 2020: su indicazione del medico di famiglia, eseguo ecografia a reni, vescica e prostata
    Risultato: tutto perfettamente nella norma, il medico dice che forse si tratta di microematuria familiare asintomatica (entrambi i miei genitori hanno microematuria persistente asintomatica senza cause da quando erano giovani).
    Mi suggerisce solo di fare l’esame delle urine e l’esame del sangue 1 volta all’anno.
    Io propongo una cistoscopia, ma il medico si oppone dicendo che non è il caso.
    – gennaio 2021: avverto un senso di fastidio in zona perianale (inizialmente attribuito alle emorroidi di cui spesso soffro) e successivamente la punta del pene incomincia a bruciare in occasione di minzione e eiaculazione.
    Rieseguo urinocoltura (a differenza di tutti i precedenti esami, questa volta non ho escluso il mitto iniziale e ho urinato direttamente nel raccoglitore)
    Risultato: nessuna infezione, ma ancora microematura, questa volta a 1 mg/dl. Si riscontra inoltre presenza di filamenti di muco
    – oggi: nel corso degli ultimi 6 mesi ho continuato a soffrire di bruciore alla punta del pene e fastidio in zona perianale, ma non in maniera continuativa; alterno periodi di completa remissione di questi sintomi a periodi in cui ricompaiono e durano solitamente 3/4 gg. Questa settimana ho rieseguito urinocoltura: tutto nella norma eccetto la solita microematuria, questa volta a 0,20 mg/dl

    La prossima settimana mi recherò nuovamente dal medico.
    Ma vorrei chiederle:
    1) ciò che ho scritto può far pensare ad una patologia grave come un tumore?
    Sono molto in ansia per questo motivo e sono tendenzialmente ipocondriaco
    2) la lunga storia di microematuria asintomatica e la comparsa di questi sintomi recenti possono suggerire la presenza di un uretrite o una prostatite?
    3) pensa che ci siano gli estremi per effettuare una cistoscopia?

    La ringrazio per l’attenzione.

    RISPOSTA

    Gentile utente,

    la microematuria può essere causata anche da stadi infiammatori (prostatiti, causate anche dalla poca attività sessuale), micro calcolosi (in pazienti che non bevono a sufficienza) e molto altro. Il primo esame è la citologia urinaria su 3 campioni, da ripetere sempre in caso di ematuria persistente. La cistoscopia è un qualcosa di valutabile ma sicuramente se il citologico è negativo può valutare di fare una Uro-Tc ma la sua giovane età, mi fa propendere verso una prostatite.

     

    Cordialmente,

    Andrea Cocci

    Andrea Cocci

    Laureato in medicina e chirurgia presso l’università degli studi di Firenze ha conseguito la specializzazione in urologia ed andrologia dopo fellowship presso la Bristol University e la University College London hospital. Fa parte delle linee guida europee della società europea di urologia ed è membro del comitato della Società Italiana di andrologia ed urologia. è […]
    Invia una domanda