DOMANDA
Buonasera,a fine febbraio a mio padre di anni 70 è stato diagnosticato il mieloma multiplo,con fratture vertebrali;e varie piccole lesioni al cranio.Anemia grave da fare trasfusioni di sangue,epatite b cronica e broncopatia ostruttiva(è fumatore). inizia la chemioterapia,e sembra andare tutto bene,per poi ammalarsi subito dopo il primo ciclo di polmonite.viene ricoverato e dimesso dopo 5 giorni dicendo che poteva continuare la terapia antibiotica a casa.ovviamente la chemio viene sospesa.dopo pochi giorni lo portiamo dinuovo al ps perché dorme tutto il giorno e non mangia.lo ricoverano di nuovo e gli fanno una trasfusione di sangue perché l’emoglobina è scesa a 8. la polmonite non c’è piu’.viene dimesso dopo qualche giorno.dopo un asettimana torna in day hospital per fare cortisone e idratazione,le analisi stanno apposto.gli danno appuntamento per tornare dopo 1 settimana per ricominciare la chemio,quando torna (sempre piu’ debole e magro) la dottoressa si spaventa perché lo vede messo male.analisi,striscio si sangue e la diagnosi di trasformazione da mieloma multiplo a leucemia plasmacellulare.viene ricoverato per il poco ossigeno presente nel sangue.la dottoressa ci dice che la chemio non potrà piu’ farla e che x lui non c’è speranza….com’è possibile una cosa del genere?(ultimamente non riusciva a mangiare perché sentiva tutto amaro,e hanno visto che ha un fungo in bocca fino allo stomaco). davvero per mio padre non c’è speranza?’deve morire cosi? la prego mi chiarisca le idee
RISPOSTA
Buongiorno. mi scusi del ritardo nella risposta ma il quesito non mi era stato notificato. Purtroppo la diagnosi che lei mi segnala è una delle più nefaste. Richiederebbe trattamenti aggressivi che mi sembrano non praticabili date le condizioni generali che mi riferisce, Il suo Ematologo saprà senz’altro indicarle l’approccio più opportuno. mi spiace ma su quello che mi scrive non posso essere più specifico.
