DOMANDA
Salve volevo un aiuto per il mio piccolo di 3 anni.
A settembre ha incominciato l’asilo per i primi giorni è andato tranquillo dopo qualche giorno è stato sgidato dalla bidella xche doveva andare in bagno e da come mi racconta mio figlio sembra che gli abbia dato uno schiaffetto sul braccio e da allora tutto è diventato un incubo e nn lo piu portato.poi ho cambiato asilo ma nn è cominciato bene per più di un mese nn andava nemmeno a fare la pipi’ al bagno con nessuno se la teneva fino a casa.
Incomincia la sera appena si fa buio ha paura di andare a dormire e comincia a chiedermi se possiamo stare ancora un pò svegli,la mattina la stessa cosa si sveglia e comincia a piangere e a dirmi se possiamo stare ancora un pò a casa questo dalle 7 alle 8:40 mi ripete continuamente “mamma ma non è ancora ora di andare”per piu di un’ora nn fa altro che ripetermi la stessa cosa,quando poi è ora di andare incomincia il secondo tempo,se possiamo aspettare 5 minuti in macchina prima di partire.appena arriviamo davanti la scuola si fa un pò di coraggio e fino alla porta della sua classe nn dice una parola,entra e scoppia in un pianto disperato dicendomi con le lacrima di andare a prenderlo presto,le maestre mi dicono che poi sta buono ma nn socializza molto con gli altri bambini,gioca spesso solo o è sempre vicino alla maestra,quando vado a prenderlo verso le 2:30 si quasi mette a piangere.ogni giorno ha me si spezza il cuore cosa devo fare ?come devo comportarmi?stavo pensando di nn portarlo
RISPOSTA
Gentile mamma,
da quello che scrive immagino che il suo piccolo non abbia frequentato l’asilo nido.
Il periodo di adattamento alla frequentazione della scuola materna è un passaggio molto importante per il bambino, che proprio dai 3 anni comincia a consolidare sempre più le proprie competenze individuali, e a rivolgersi verso il mondo esterno.
Può essere per esempio importante abituarlo a socializzare con altri bambini: frequentarli a casa di amici, al parco, in ludoteca.
Riguardo poi alle difficoltà specifiche riguardanti la scuola materna, i genitori devono sempre tenere bene in mente che il bambino è molto sensibile al loro stato d’animo: una mamma che fatica a lasciarlo a scuola perchè lo vede (o lo immagina) sofferente, gli renderà la cosa un po’ più complicata. E’ assolutamente lecito che un genitore patisca in certe situazioni, ma è anche molto importante che comunichi il meno possibile delle proprie angosce al figlio.
Credo che non portare il bambino alla scuola materna non sia la soluzione della difficoltà del bambino, che per la prima volta si sta confrontando con un compito molto difficile: la gestione della separazione dagli adulti di riferimento (ecco perchè ha bisogno di controllare il momento del saluto, l’addormentamento, la sveglia). Muoversi in questa direzione significherebbe infatti comunicare al piccolo che lo si pensa realmente non in grado di affrontare il mondo esterno senza i genitori… alla lunga, di fatto, creandogli molta più insicurezza.
E’ difficile per un genitore aiutare il proprio figlio a “staccarsi”, ma è proprio lui – in quanto adulto – a dover compiere il primo passo, nell’aiutarlo a esplorare l’esterno, avendo comunque una base affettiva sicura verso la quale tornare nei momenti di bisogno. Esattamente come è già successo quando ha imparato a camminare!