Mio zio deve morire?

    Pubblicato il: 22 Luglio 2021 Aggiornato il: 22 Luglio 2021

    DOMANDA

    Carissimo Prof. le scrivo disperata. A mio zio, 56 anni, hanno dato zero speranze.
    È un pluri trapiantato (reni e fegato) da 15 anni. Da qualche anno ha iniziato ad avere di nuovo problemi con il fegato, fino ad oggi, che ha riscontrato epatite C, ha milza ingrossata, piastrine pari a zero e non ha più midollo. Dicono impossibile trapianto di midollo in quanto non riuscirebbe a superare tale intervento. Mi rendo conto che ho scritto e descritto tutto in maniera troppo spartana, ma in parole povere, quello che ho capito e che ripetono tutti è proprio questo. La mia domanda, ad un’eccellenza come Lei è: possibile che non ci sia più niente da fare? Lui è sveglio, poco lucido per via della encefalopatia epatica, ma a tratti “connesso”, ha fame, beve, vorrebbe alzarsi. Dorme pochissimo, parla di continuo. Se solo ci fosse una minima speranza di poterlo salvare…altrimenti, questa volta mi toccherà davvero farmene una ragione, ma sinceramente, non ce la faccio a stare lì con le mani in mano ed aspettare la sua fine che ancora non è (magari) arrivata. Grazie.

    RISPOSTA

    Buonasera. Mi dispiace molto per la situazione che mi descrive. Mi pare tuttavia evidente che suo zio non sia affetto da una patologia ematologica e che la sua grave situazione ematologica sia conseguenza dell’epatopatia e dell’ipersplenismo ad essa associato. Temo che la terapia di supporto sia l’unica cosa che abbia davvero un senso, in questa situazione.
    Mi spiace molto.

    Cordiali saluti

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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