DOMANDA
Gentile professore, sono la sorella di un ragazzo di 19 anni a cui nel 2007 è stato diagnosticato il morbo di Crohn.
In questi anni, ha seguito la terapia convenzionale con Claversal e Salazopyrin en, fino a gennaio di quest’anno quando ha cominciato ad accusare forti dolori addominali associati ad una continua febbricola (37°C 37,5°C). In seguito al ricovero, è stato sottoposto ad una risonanza magnetica che ha convinto il gastroenterologo a ricorrere all’intervento chirurgico.Dopo circa 15 giorni dall’operazione ha cominciato a riavere frequenti eventi diarroici(fino a 8-9 volte al giorno).
Il suo gastroenterologo, allora, ha proposto di iniziare la terapia biologica con infliximab. Lei cosa ci consiglia? Quali speranze dà questa nuova terapia, e soprattutto quali sono i veri effetti collaterali?
La ringrazio per la sua immensa disponibilità.
RISPOSTA
M. DI CROHN OPERATO
La M. di Crohn frequentemente richiede l’operato del chirurgo per le complicanze ascessuali o perforative o stenosanti. La resezione di un pezzo di intestino può di per sè provocare diarrea fino a che la situazione interna non si è in qualche modo adattata. Normalmente dopo un intervento la malattia tende ad attenuarsi e quindi si attende un certo periodo per valutare se c’è una recidiva precoce che necessiti di trattamento. Mi pare che a due settimane dall’intervento si possa ancora essere ragionevolmente ottimisti sul suo esito per cui c’è margine per valutare meglio lo stato di malattia e la terapia da intraprendere