Morbo di Crohn

    Pubblicato il: 12 Aprile 2010 Aggiornato il: 12 Aprile 2010

    DOMANDA

    Gentile professore, sono la sorella di un ragazzo di 19 anni a cui nel 2007 è stato diagnosticato il morbo di Crohn.
    In questi anni, ha seguito la terapia convenzionale con Claversal e Salazopyrin en, fino a gennaio di quest’anno quando ha cominciato ad accusare forti dolori addominali associati ad una continua febbricola (37°C 37,5°C). In seguito al ricovero, è stato sottoposto ad una risonanza magnetica che ha convinto il gastroenterologo a ricorrere all’intervento chirurgico.Dopo circa 15 giorni dall’operazione ha cominciato a riavere frequenti eventi diarroici(fino a 8-9 volte al giorno).
    Il suo gastroenterologo, allora, ha proposto di iniziare la terapia biologica con infliximab. Lei cosa ci consiglia? Quali speranze dà questa nuova terapia, e soprattutto quali sono i veri effetti collaterali?
    La ringrazio per la sua immensa disponibilità.

    RISPOSTA

    M. DI CROHN OPERATO
    La M. di Crohn frequentemente richiede l’operato del chirurgo per le complicanze ascessuali o perforative o stenosanti. La resezione di un pezzo di intestino può di per sè provocare diarrea fino a che la situazione interna non si è in qualche modo adattata. Normalmente dopo un intervento la malattia tende ad attenuarsi e quindi si attende un certo periodo per valutare se c’è una recidiva precoce che necessiti di trattamento. Mi pare che a due settimane dall’intervento si possa ancora essere ragionevolmente ottimisti sul suo esito per cui c’è margine per valutare meglio lo stato di malattia e la terapia da intraprendere

    Tino Casetti

    Tino Casetti

    Primario di gastroenterologia all’ospedale di Ravenna. Nato nel 1948, si è laureato in medicina nel 1973 e poi specializzato in gastroenterologia all’università di Bologna, e in malattie infettive all’università di Ferrara. Dirige il dipartimento di malattie dell’apparato digerente e del metabolismo dell’ospedale di Ravenna (foto di R. Bruno).
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