DOMANDA
Buongiorno Professore, sono la mamma di una bimba di quasi 5 mesi attualmente nutrita con latte artificiale per soggetti con intolleranza alle proteine del latte vaccino. Fino a due mesi ho allattato la bimba al seno dopo una IVU diagnosticata alla bimba il mio latte ha cominciato a diminuire e ho dovuto integrare con aggiunte di latte artificiale, aggiunte diventate sempre più consistenti fino ad arrivare ad allattare al seno solo la sera e la notte e a ricorrere al biberon con latte artificiale per le poppate nell’arco della giornata. Inizialmente andava tutto bene poi la bimba ha cominciato a ridurre le quantità di latte artificiale fino ad arrivare a poppate da 20/30 ml e al rifiuto del biberon e del seno. E’ stata ricoverata in ospedale dove inizialmente è stata curata per il reflusso senza ottenere miglioramenti per quanto riguardava l’inappetenza; successivamente hanno cominciato ad alimentarla con un latte speciale per bimbi intolleranti alle proteine del latte e nell’arco di una settimana la bimba è arrivata ad effettuare 6 pasti da 150 ml ma soprattutto ha ricominciato a mostrare i segnali della fame e a piangere se non le proponevi il biberon in fretta e furia. E’ stata quindi dimessa dall’ospedale con la diagnosi di grave IPLV . Purtroppo nell’arco di pochi giorni la situazione è nuovamente degenerata: la bimba mangia solo quel poco che riusciamo a somministrarle nel dormiveglia perché è tornata a rifiutare il latte ma soprattutto a mostrare una quadi totale inappetenza se non per rare poppate da 20/30 ml. In accordo con il pediatra di base abbiamo reintrodotto la cura per il reflusso che l’ospedale aveva sospeso in fase di dimissione, ma senza beneficio. La settimana in cui la bimba ha ritrovato l’appetito era accudita da mio marito e da mia madre in ospedale in quanto a mia volta ero stata ricoverata e la bimba l’ho rivista alla dimissione. Ho pensato che forse si tratti di un disturbo legato alla mia presenza ma il pediatra sostiene sia impossibile e ci ha consigliato di riportare la bimba in ospedale in modo che possano osservare il comportamento e correggere l’eventuale disturbo. Lei cosa ci consiglia? Purtroppo siamo molto preoccupati perché la bimba comincia a perdere peso in quanto le quantità di latte che assume nel sonno si riducono di giorno dopo giorno, ma soprattutto perché non vorremmo creare un disturbo ancora peggiore alimentandola in questo modo. La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione. Cordiali saluti
RISPOSTA
Gentile mamma, la situazione che lei descrive è in effetti abbastanza complessa e temo di non poterle dare risposte soddisfacenti attraverso il sito, soprattutto perché, a differenza di quanto avviene nella comunicazione orale, manca qui la possibilità di scendere progressivamente in maggiori dettagli che potrebbero essere importanti al fine di comprendere cosa sta succedendo (ad esempio, non mi dice che tipologia né che tipo specifico di formula speciale la sua bimba stia prendendo attualmente). Per quanto riguarda gli aspetti comportamentali, è vero, si dice sempre che non si deve alimentare un bambino nel sonno (o anche nel dormiveglia), ma qui la situazione principale da risolvere è il progressivo scadimento fisico, dunque anche quella modalità potrebbe essere temporaneamente accettabile. Ma a quanto pare, neanche quella è sufficiente, e mi chiedo se la sua bimba non prende pasti più consistenti perché rifiuta quella formula (che magari non è quella adatta, per qualsivoglia ragione) o piuttosto perché è esausta e non ha forze sufficienti per poppare (nel qual caso non servirebbe cambiare formula, ma invece si dovrebbe pensare ad una modalità diversa di alimentazione, quale gavage o alimentazione enterale). Mi pare più che appropriato il consiglio datole dal suo Pediatra, di riportare la bambina in Ospedale in modo che possa essere osservata, eventualmente indagata ulteriormente, e dove comunque l’acuzie rappresentata dallo scadimento delle condizioni generali possa essere appropriatamente trattato. Le faccio i migliori auguri perché tutto si risolva in tempi rapidi! Mi faccia sapere l’evoluzione. Cordiali saluti, Prof. Andrea Vania, Pediatra Nutrizionista