DOMANDA
Buongiorno, Le scrivo in quanto a Gennaio 2013, in seguito ad un progressivo aumento del PSA (l’ultimo valore era di 4.78 ng/ml), nonostante non accusassi sintomi, ho eseguito una biopsia prostatica il cui esito è stato positivo: Adenocarcinoma acinare comune della Prostata. Grado primario 3 e secondario 3. Score secondo Gleason: 6. Neoplasia che coinvolge il 5% del materiale bioptico. A successiva visita è stata classificata di stadio clinico T1c Nx Mx e categoria di rischio NCCN 2013: basso e mi hanno detto che la terapia non è comunque urgente (mesi). Io ho 46 anni, sono sportivo, in buona salute, normale attività sessuale e familiarità per questa patologia (mio padre tra i vari tumori, colon, polmone, aveva anche tumore alla prostata). Ho già fatto diverse visite ed, escludendo l’attesa vigile, resto molto indeciso su che strada seguire: 1) radioterapia o 2) chirurgia robotica di ablazione totale. Quello che mi terrorizza, data la mia “giovane” età è la possibilità/probabilità, tutt’altro che remota di rimanere impotente e incontinente, che da quel che ho inteso, con la chirurgia (per quanto robotica) comporta rischi decisamente superiori. D’altro canto, anche la radioterapia non è priva di rischi (impotenza, recidive, ecc). Capisco che comunque, in ultima analisi, la decisione finale sarà solo mia, ma potrebbe aiutarmi in questa scelta, magari con qualche dato scientifico/statistico? Sono veterinario e leggo e scrivo perfettamente in Inglese. Grazie molte
RISPOSTA
Buongiorno
Approfitto di questa domanda per ribadire che il tumore prostatico in fase iniziale non da alcuna sintomatologia e quindi l’assenza dei sintomi non è’ un parametro tranquillizzante.
Considerando la sua età escluderei la radioterapia come opzione. L’aspetto più importante da considerare e’ sempre quello oncologico ed in un paziente giovane con più di 30 anni di aspettativa di vita la chirurgia offre un grande vantaggio. Relativamente agli effetti sulla potenza sessuale ed incontinenza , e’ proprio a questa età che una chirurgia robotica o laparoscopica danno alte percentuali di mantenimento di entrambe.
Nel caso in cui invece la scelta oncologica non fosse appropriata, una progressione di malattia precluderebbe comunque anche l’aspetto sessuale
Cordiali saluti
Prof Akessandro Sciarra
Coordinatore Prostate Cancer Unit
Policlinico Umberto I
Università Sapienza
Roma