DOMANDA
Gentile Dottore,
Ho la mamma alcolista da tantissimo tempo, ha 68 anni.
La situazione è peggiorata quando è morto mio padre, momento in cui ha dato segni di forti periodi di depressione.
È in cura presso il CPS della zona e il Noa.
Le hanno prescritto, oltre a tutte le medicine che prende, anche il Tavor, perché lei ha dichiarato di passare dei forti momenti di sconforto.
Da allora mostra segni di confusione mentale, non ricorda le cose, parla a sproposito e tende a dormire molto spesso.
Finché tre settimane fa è riuscita a procurarsi il vino, a bersene un litro intero ed è caduta.
Portata in PS a Monza San Gerardo, me l’hanno rimandata a casa nonostante avessimo dichiarato d’averla trovata a terra e nonostante accusasse un forte mal di schiena. La mandarono via probabilmente perché era ubriaca.
Dopo due gg non si alzava dal letto e mostrava tutta la parte bassa posteriote nera, così il medico di base ci ha mandato in PS nuovamente. L’abbiamo portata a Carate. Vertebre lombari schiacciate e 45 GG di busto, allettata.
Ora io mi chiedo: possibile che il Tavor fosse indicato veramente per quel che aveva? Si può dare un farmaco del genere pur sapendo che la persona, ancora capace di intendere e di volere, potrebbe mischiarla all’alcol?
Ho portato mia madre al Noa dichiarando d’aver bisogno di un aiuto urgente per la depressione, per l’alcol, aveva bisogno di un ricovero in una struttura adeguata subito.
Con le lacrime agli occhi ho chiesto aiuto.
Soluzione: un mese e mezzo avanti e indietro a ritirare la terapia e a fare il giochino: signora ha bevuto? E lei: noooo non bevo da anni… Sebbene continuavo a dichiarare che comunque non era vero. Ora le chiedo, chi ci sta dietro al pubblico? Chi sono questi dottori? Al CPS non mi hanno mai fatto avere un referto e ogni volta che capita di andare in ospedale, sembra che non ho fatto nulla, che me ne frego: ma in che mani siamo????!!??!!
RISPOSTA
Buongiorno,
posso comprendere il suo sconforto e la sua rabbia per i disservizi che riferisce. Certamente va detto che spesso i servizi pubblici sono sotto organico di personale e che i tempi delle prestazioni si sono molto ridotti, per forza di cose, per cercare di soddisfare quante più domande possibili. Per non contare la riduzione drastica delle risorse. Questo ovviamente, va da sè, espone i Sanitari ad una maggior rischio di errore professionale e alle ASL di dover rimborsare cause per malpractice.
Il Tavor, ovvero Lorazepam, spesso viene usato nelle persone anziane ma come tutte le benzodiazepine, categoria a cui evidentemente appartiene, interagisce potentemente con altri farmaci psicotropi e con l’alcol. Questo non significa che non possa essere prescritto ma va attentamente valutata l’ opportunità di farlo da caso a caso, secondo una attenta valutazione delle condizioni cliniche del paziente e della storia clinica personale.
Le cadute rappresentano uno dei rischi maggiori nella terza età e possono rappresentare l’inizio di una curva discendente di scadimento progressivo delle condizioni generali di un paziente. Sono molto frequenti negli alcolisti, a prescindere dall’uso di farmaci, così come gli incidenti domestici e in auto.
Le posso solo consigliare di recarsi al CPS per valutare la possibilità di avviare una assistenza integrata domiciliare che supporti sua madre durante la giornata oppure un inserimento in una comunità assistenziale riabilitativa per questo tipo di problematiche.
Cordiali saluti
Federico Baranzini