neurinoma

    Pubblicato il: 8 Agosto 2013 Aggiornato il: 8 Agosto 2013

    DOMANDA

    Gent.mo dr DiMeco
    un mio parente ha un neurinoma nel nervo acustico di neanche un cm. di grandezza, alcuni consigliano l’intervento altri no. Riguardo gli approcci tecnici per operare un tumore di tal genere, domando se le tecniche utilizzate siano scelte in base alla tipologia e caratteristich del tumore, oppure l’ approccio operatorio dipende da altre situazioni.Domando questo perchè un mio conoscente, sofferente dello stesso tumore, che si è fatto già operare, ha per esempio cercato una clinica che ha praticato una tecnica operatoria di un certo genere,mi pare Approccio Retrosigmoideo,( ospedale di Verona) escludendo un’altra struttura ( a Piacenza) che aveva pronosticato lo stesso intervento ma con una tecnica diversa, tra l’altro più invasiva.
    Come si giustificano queste modalità così diverse di intervenire sullo stesso tumore?
    grazie

    RISPOSTA

    si giustificano sulla base di diverse considerazioni. Innanzitutto il neurinoma dell’acustico si colloca anatomicamente in una zona di confine tra le competenze del neurochirurgo (che di “mestiere” lavora all’interno della scatola cranica) e l’otorino (che invece lavora nell’orecchio interno). Tali differenti competenze giustificano l’attitudine del primo a privilegiare vie di aggressione chirurgica intracraniche e il secondo vie che passano attraverso l’orecchio. A questo si aggiungono considerazioni circa eta’ del paziente, qualita’ dell’udito alla diagnosi, altri disturbi etc. Infine le metodiche di trattamento non sono solo chirurgiche ma anche radioterapiche. Oggi la radiochirurgia (effettuata con Cyberknife, piuttosto che gammaknife piuttosto che con acceleratore lineare) possono rappresentare in certi casi (soprattutto con neurinomi di piccole dimensioni) delle valide alternative alla chirurgia.
    La scelta di una metodica di trattamento cosi’ come pure di una via di aggressione rispetto all’altra presuppone a mio avviso una ampia discussione con il paziente che deve essere al corrente delle differenti opzioni terapeutiche e dei vantaggi e svantaggi di un approccio rispetto ad un altro. In altre parole la scelta terapeutica deve essere “ritagliata” sul caso specifico, mentre non esistono a mio avviso soluzioni dogmaticamente adattabili a tutti i casi (come spesso molti miei colleghi tendono a fare)
    cordialita’

    Francesco Dimeco

    Francesco Dimeco

    SPECIALISTA IN TUMORI CEREBRALI E NEURONCOLOGIA CHIRURGICA. Direttore del dipartimento di neurochirurgia e della I divisione di neurochirurgia della Fondazione istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Si è laureato in medicina all’Università Statale di Milano nel 1988 e si è poi specializzato in neurochirurgia. Dal 1997 al 2000 ha lavorato presso il dipartimento di neurochirurgia […]
    Invia una domanda