neuroma da amputazione

    Pubblicato il: 21 Luglio 2013 Aggiornato il: 21 Luglio 2013

    DOMANDA

    Gentilissimo dr. Barolat sono Serena mia madre da tempo è affetta da neuroma da amputazione
    al piede sinistro. E’ stata sottoposta a 6 interventi l’ultimo dei quali nel ’98, presso la clinica “La Fornaca di Sessant” a Torino, da allora oltre ai medicinali che le sono stati somministrati, è stata sottoposta a delle sedute di scrambler terapia presso il policlinico di Tor Vergata, che le ha portato solo un giovamento temporaneo per quanto concerne il dolore.
    Durante i miei studi post universitari, sono infatti ingegnere biomedico, mi sono imbattuta in diversi articoli che riguardano i biochip contro il dolore cronico e allora mi sono chiesta se non fosse questo il caso di mia madre, in quanto il dolore è acuto e cronico.
    L’unico problema, se così si può definire, è che il dolore è localizzato all’altezza della caviglia, in quanto suddetto neuroma è recidivo e si è riformato, dopo diversi interventi, all’altezza della caviglia, anche perchè il tronco nervoso parte dalla caviglia stessa.
    Spero di essere stata chiara oltre che sintetica.

    RISPOSTA

    Gentile Serena
    quella di sua madre e’ una condizione che potrebbe rispondere bene ad un impianto di neurostimolazione. Naturalmente, lo scopo e’ quello di alleviare il dolore e non di guarire la condizione (che e’ inguaribile). L’elettrodo potrebbe essere impiantato o sui tronchi nervosi periferici (probabilmente l’alternativa migliore) o a livello delle radici nervose nella colonna vertebrale lombare. In ogni caso, come primo approccio, verrebbe fatto un impianto in via temporanea, per valutare se effettivamente la stimolazione e’ efficace nel caso di sua madre.
    Per ulteriori informazioni potrebbe contattare il mio collega in Italia, Dott. Giovanni Frigerio (tel. 337 393930 email giovannifrigerio@alice.it) e andare sul mio sito barolatcares.com. Io saro’ in Italia alla fine di Settembre.
    Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
    Giancarlo Barolat