DOMANDA
Buongiorno Dottore,
mi permetto di disturbarla perche’ cercando informazioni su internet mi è spesso comparso il suo nome ed ho letto alcuni suoi interventi e spero davvero lei possa aiutarmi.
Soffro da anni di dolore occipitale che prima è stato definito disestesia, poi cefalea, poi nevralgia di Arnold. Per alcuni periodi ho assunto laroxyl con beneficio ma, nel corso di questo ultimo anno, il dolore e’ diventato praticamente costante e molto più forte soprattutto in questi ultimi mesi. Con le medicine prescritte da alcuni suoi colleghi ho ottenuto solo un’attenuazione del dolore e non la sua scomparsa.
La mia qualita’ di vita e’ decisamente peggiorata e ne risente anche e soprattutto l’umore.
Vorrei sapere se posso rivolgermi a lei e se può darmi delle indicazioni. Non accetto di rassegnarmi a condurre una vita con un dolore costante
Grazie per l’attenzione e buona giornata
RISPOSTA
Gentilissima,
L’argomento da lei citato è uno dei capitoli della medicina del dolore che seguo con maggiore interesse, il fatto che lei possa aver ricevuto differenti diagnosi testimonia la complessità di alcune sindromi dolorose del distretto cervicale e cranio-facciale che sono oggetto di continuo dibattito scientifico e clinico.
In questa sede è difficile darle maggiori indicazioni, ci tenevo a precisare però che la nevralgia di Arnold e la nevralgia occipitale sono la stessa cosa poiché il nervo grande occipitale è denominato anche nervo di Arnold.
L’irritazione del nervo occipitale determina un dolore dalla porzione superiore del collo fino alla porzione superiore del cranio, spesso associato a disestesia ovvero ad alterata sensibilità di questa regione. A volte, però, il quadro è meno delineato poiché si associano caratteristiche aspecifiche come disturbi visivi,nausea, vertigini o episodi di dolore irradiato nella zona sovrorbitaria (sopra l’occhio).
Sul piano terapeutico, per le forme resistenti alla terapia farmacologica e riabilitativa si possono prendere in considerazione terapie mirate a base di infiltrazioni a livello dei nervi interessati o procedure neuromodulative a Radiofrequenza pulsata. Se queste non fossero efficaci, in casi selezionatissimi, potrebbe essere utile la stimolazione diretta dei nervi mediante l’impianto di alcuni elettrodi sottocute e di un generatore di impulsi (simile all’impianto di pace-maker cardaco).
Queste informazioni sono a carattere generale e non è detto che siano indicate nel suo caso, per rivalutare il suo quadro clinico e le eventuali modalità terapeutiche le consiglio di rivolgersi ad un centro qualificato. Se lo ritiene opportuno, come da sua richiesta, potrà rivolgersi presso il centro del CDI allo 0248317444. Spero di esserle stato di aiuto e le auguro di trovare presto una soluzione al suo problema.
Cordiali saluti.
Fabio Intelligente