DOMANDA
Buon giorno, mi hanno diagnosticato la celiachia da circa una anno. Chiaramente seguo una dieta senza glutine. Ora a distanza di un anno vorrei riprovare a fare le analisi di base come l’antitransglutaminasi e delle altre tipiche dei celiaci. Ora il mio medico di famiglia non vuole prescrivermi tali analisi perchè costose per la collettività e , secondo lui, non necessarie in quanto io sarò celiaca a vita. Certo so bene che non guarirò mai ma volevo rifarle per seguire un follow up e per vedere se la dieta che seguo è adatta a me o se devo modificarla. Il mio medico mi ha detto che avere un atTG alta o bassa non significa nulla e non serve per monitorare la dieta. Volevo un consiglio e un argomento per tornare dal mio medico e spiegare la situazione. Grazie
RISPOSTA
Rispondo con piacere alla sua domanda perchè spesso mi capita di scontrarmi con la problematica dei medici di base che non tengono conto della necessità degli esami di follow-up nella celiachia. Il celiaco, come stabilito dal protocollo diagnosi e follow-up, pubblicato a cura di una commissione ministeriale sul suppl. della G.U. del 7 febbraio 2008 deve eeseguire ogni 12-18 mesi una serie di esami comprendenti gli anticorpi antitransglutaminasi (assolutamente utili per valutare la compliance alla dieta), l’emocromo, la ferritina (test di assorbimneto), gli esami della tiroide (TSH, anticorpi antitireoperossidasi e anticorpi antitireoglobulina, ricordo a tal proposito che un quarto dei celiaci può sviluppare anche dopo dieta aglutinata una tiroidite autoimmune di Hashimoto). Nei casi in cui si realizzi un marcato aumento ponderale il protocollo folllow-up prevede di eseguire anche l’assetto metabolico e le transaminasi(possibile sviluppo di sindrome metabolica legata all’aumentato assorbimento e ad una dieta sbilanciata verso dietoterapeutici ricchi di oli polinsaturi di bassa qualità di cui sono ricchi i prodotti per celiaci). Altro esame che il celiaco deve eseguire è la densitometria ossea per verificare la presenza di osteopenia o osteoporosi e, nel caso risulti patologica, deve essere ricontrollata ogni 18 mesi per valutare l’effetto delle cure somministrate. Concludo dicendo che anche al recente Congresso Mondiale sulla Celiachia (Oslo giugno 2011) il panel degli esperti internazionali ha sottolineato l’importanza degli esami di follow-up e della visita presso un centro specialistico anche per il possibile sviluppo di complicanze legate alla celiachia, suggerendone l’effettuazione ogni 18 mesi.
Cordiali slauti.
Prof. Umberto Volta
Presidente CSN-AIC
Direttore Struttura Semplice Celiachia
Policlinico S.Orsola-Malpighi
Università di Bologna