oligodendroglioma

    DOMANDA

    Egr.Dottore,

    le scrivo per il caso di mio fratello, ha 39 anni, nel 1997 è stato operato (asportazione non totale)di oligodendroglioma di II grado in zona frontale sinistra,e dopo ha eseguito un ciclo di PCV; nel 2008 è stato rioperato per una recidiva, classificata di III grado ed è stato sottoposto ad un ciclo di radioterapia per 30 gg; nel 2009 un lieve peggioramento per cui ad un breve ciclo di radioterapia il medico che lo segue ha affiancato terapia con temodal e talidomide,in corso tuttora.

    All’ultima risonanza magnetica è emersa una lieve progressione, per cui al prossimo controllo si prospetta l’eliminazione del temodal e l’assunzione di tamoxifen: pur essendo meno tossico del temodal che gli abbassa i valori leucocitari del tamoxifene ho letto che può causare gravi effetti collaterali, di cui il medico ha informato mio fratello,Le chiedo quali benefici ha sul decorso della malattia.INoltre a causa anche della radioterapia mio fratello ha di nuovo ultimamente crisi convulsive per cui è pure da rivedere la cura antiepilettica, a base di lamictal e depakin..Ripenso alle parole dei medici dopo il primo intervento..nella sfortuna è ancora fortunato..ms la sua vita è completamente cambiata..da due anni non lavora più e le ultime crisi gli hanno provocato problemi di mobilità agli arti destri del corpo.

    Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.

    RISPOSTA

    Gentile Signore/a,

    suo fratello presenta un oligodendroglioma che, dopo undici anni di buona condotta, è recidivato con caratteristiche di anaplasia. Da allora è già stato sottoposto a terapia chirurgica, radiante e nuova chemioterapia. Non conosco le condizioni cliniche ed ematologiche attuali per poter valutare pienamente la scelta dei colleghi curanti, ma evidentemente avendo già fatto all’epoca il PCV e adesso il Temodal hanno ritenuto di utilizzare un trattamento non convenzionale, che però non dovrebbe determinare pesanti effetti collaterali sui globuli bianchi e sulle piastrine. Ogni scelta di questo tipo ha i suoi aspetti controversi; nella esperienza del nostro gruppo, quando possibile, preferiamo rivalutare la possibilità di utilizzare una nitrosourea.

    Per quanto attiene alle crisi epilettiche, oggi esiste una gamma di nuovi farmaci che possono senz’altro essere usati, anche in associazione al trattamento in atto, e migliorare significativamente la qualità di vita del paziente.

    Cordiali saluti