omosessualità o impotenza?

    DOMANDA

    Caro Dottore,
    sono una ragazza di 25 anni, e tempo fa sono uscita con un mio coetaneo a cui sapevo di piacere essendosi lui confidato con un amico comune: proprio questa circostanza mi aveva spinta a fare perlopiù da me tutti i “primi passi” (chiedergli il numero, di uscire, baciarlo).
    Dopo sole 3 uscite in cui non abbiamo avuto nessun tipo di approccio sessuale, a parte baci, la cosa è scemata perchè lui non si fece più vivo.
    Un po’ frustrata, tempo dopo, vengo a sapere da un’amica comune che la sua (di lui) unica storia importante finì dopo 8 mesi senza rapporti sessuali, con sconcerto della sua ex che al contrario avrebbe voluto farci l’amore.
    A questa certezza si sono aggiunte voci di amici in comune secondo cui ogni sua successiva frequentazione con ragazze si è sempre conclusa dopo pochi incontri senza che questi sfociassero in alcunchè di sessuale.
    La prima cosa che mi viene da pensare è che lui potrebbe essere omosessuale, più o meno inconsapevolmente. Nel caso non fosse così, c’è qualche altra spiegazione al suo comportamento? E’ plausibile un’impotenza fisica o psichica in un ragazzo di 25 anni che ha sempre avuto un discreto successo con le donne?
    Grazie e saluti.

    RISPOSTA

    Ovviamente in questo caso possiamo solo fare ipotesi e non mi è del tutto chiara la motivazione per cui lei vuole impegnarsi in tale gioco. Mi sembra che i quadri che lei prende in considerazione (possibile omosessualità non riconosciuta o accettata e presenza di una disfunzione sessuale, come un disturbo dell’erezione o un’eiaculazione precoce) siano senza dubbio i più probabili, anche se propenderei per la seconda alternativa: a 25 anni nella nostra società ormai un uomo, se omosessuale, dovrebbe esserne accorto e avere ormai cominciato a muoversi verso un’accettazione della sua condizione.

    Davide Dettore

    Davide Dettore

    Docente di psicopatologia del comportamento sessuale all’università di Firenze. Laureato in filosofia e in psicologia, è professore associato di psicologia clinica all’università di Firenze, e si occupa in particolare di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Dal 1993 è presidente dell’Istituto Miller di Genova, associazione scientifico-professionale di ricerca, formazione e consulenza di psicologia clinica.
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