opportunità o meno di un intervento TURP

    Pubblicato il: 5 Marzo 2012 Aggiornato il: 5 Marzo 2012

    DOMANDA

    Egregio Dottor MANDRESSI, sono un insegnante di Lettere in pensione, sessant’anni appena compiuti, e mi rivolgo a Lei perchè, accanto al mio problema di salute principale, che è quello di essere afflitto da 15 anni dalla malattia di Parkinson, si sono manifestati negli ultimi tempi anche disturbi urologici. In pratica succede che quasi sempre ogni mio atto di minzione debba avvenire in due tempi e sia seguito da intenso sgocciolamento. Accertamenti clinici e diagnostici ( in particolare ecografie e uretrocistoscopie) hanno consentito ai medici di spiegarmi, con univoca linea interpretativa, che questo tipo di disturbi sono determinati dalla presenza di un diverticolo e dal fatto che il mio condotto vescicale, sia per caratteristiche congenite sia per conseguenza dell’invecchiamento, appare molto stretto. Aggiungo che la prostata appare un po’ingrossata, che i dati relativi al Psa sono normali e che lo stesso diverticolo, in una comparazione di lastre, non sembra aumentato nè aver mutato forma, rispetto a 7 anni orsono quando venne rilevato. Non si sono mai nemmeno verificate situazioni di infezioni delle vie urinarie. Di fronte aquesto “quadro clinico” i medici mi hanno proposto, come unica soluzione , un intervento chirurgico non invasivo, denominato TURP, che consentirebbe nel ripulire e allargare il condotto vescicale. intanto continuo ad assumere una capsula di UROREC al dì. Desidererei conoscere la sua opinione sulla opportunità o meno dell’intervento. Grazie

    RISPOSTA

    La presenza di un diverticolo nell’ambito della parete vescicole sta a dimostrare l’esistenza di un’ostruzione che, aumentando la pressione intravescicale fa sì che la mucosa della vescica possa erniare a formare un diverticolo. Quindi se c’è un diverticolo c’è un’ostruzione al disotto della vescica. Che cosa è l’ostruzione più frequente al di sotto della vescica? la prostata, o meglio l’ipertrofia (IPB) che si sviluppa nella porzione perimetrale della prostata prossimale al collo vescicale. La malattia di Parkinson non modifica il problema, né in senso positivo né negativo, semmai pone soggettivamente un problema in più nella gestione dei sintomi. pertanto ritengo ragionevolmente opportuno accettare la risoluzione proposta di sottoporsi a TUR di prostata, quale unica possibile via di miglioramento dei sintomi soggettivi.