paradontite

    Pubblicato il: 22 Luglio 2013 Aggiornato il: 22 Luglio 2013

    DOMANDA

    Buonasera prof. Giannoni.
    Mia madre di 68anni soffre di paradontite da molti anni e molti sono i denti che le hanno dovuto estrarle per limitare le acute e dolorosissime infezioni. Da diversi mesi, nonostante frequenti sedute dall’igienista per mantenere il più pulita possibile la bocca, le crisi sembrano aumentate. E’ stato un salasso economico inutile se non dannoso. Domanda: Possibile che nel 2013non ci siano terapie finalizzate a contenere le crisi o a rinforzare le gengive o che altro? Più medici non sono stati propositivi ma di fatto mi duole vedere mia madre aver perso il piacere di mangiare perchè terrorizzata dal dolore che può sentire. Attendo con ansia i suoi consigli professore. GRAZIE

    RISPOSTA

    Buongiorno, la parodontite, soprattutto se in fase avanzata, richiede particolare attenzione nelll’intento di limitarne l’evoluzione che, come è noto, conduce alla perdita dell’elemento.
    In passato non esistevano terapie e l’atteggiamento era quello di lasciarla evolvere per poi, una volta estratti gli elementi residui, procedere alla protesizzazione completa con apparecchi rimovibili.
    La ricerca e l’evoluzione tecnologica hanno permesso di migliorare notevolmente la sorveglianza sulla patologia, chiarendo scientificamente molti aspetti clinici che in passsato non avevano spiegazione, facendo comprendere l’origine di certi fenomeni.
    L’esito della terapia di mantenimento, credo che lei alluda a questo tipo di trattamento messo in atto su sua madre, dipende dal momento in cui è stato intrapresa, dalla gravità della patologia, dall’eventuale presenza di altre malattie di base (diabete etc.) in grado di deprimere le difese dell’organismo e di accelerarne così l’evoluzione e naturalmente dal grado di collaborazione offerto dalla paziente.
    La risultante di tutti questi fattori determina l’ evoluzione della malattia, motivo per il quale non mi è possibile darle risposte sul caso espostomi, soprattutto in assenza di ogni dato clinico, a parte l’età della paziente.
    Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un’equipe di specialisti del problema, in cui il Parodontologo possa valutare l’andamento della patologia, orientare il trattamento terapeutico, finanche ad ipotizzare un intervento protesico una volta stabilizzata la malattia, in grado di ridistribuire il carico masticatorio su tutti gli elementi dentari e non solo su quelli residui.
    In tale ambito troverà naturalmente idonea collocazione l’intervento dell’Igienista, che metterà in atto la terapia di mantenimento, in grado di mantenere al meglio le condizioni di salute orale di sua madre.
    Grazie per il quesito formulato e cordiali saluti
    Mario Giannoni