parkinsonismo vascolare

    DOMANDA

    Gentile Dottore,le scrivo per mio padre 80 anni affetto da 3 anni da parkinsonismo vascolare(con alteriosclerosi), il paziente ha anche un idrocefalo normoteso non trattato in quanto il paziente ha avuto delle ischemie trans. e i medici non hanno consigliato di intervenire.Adesso il paziente ha una rigidità molto elevata su tutto il corpo, ha la repulsione all’indietro e non riesce+a camminare.Ad oggi è vigile con alternanza di memoria, degludisce male: neurologo che lo segue a casa lo sta trattando farmacologicamente nel seguente modo:GADAPENTIN TEVA PHARMA100MG(1 capsula la mattina e una la sera )MEDROL1/4(la mattina-il paziente ha sempre sofferto di polimialgia reum ed è sempre stato trattato da+di 15 anni con il cortisone)poi RISPERIDONE(RISPERDAL )1mg/ml gocciole(1mg di siringa la mattina e 1mg la sera )questo farmaco è da maggio 2011 che lo sta prendendo(dopo un ricovero all’ospedale per ischemia trans il medico ha segnato questo farmaco per far stare tranquillo il paziente)TRITTICO 75mg 1 pastiglia la sera(per calmare l’agitazione e la depressione che ha il paziente e per agevolare il sonno) CALCIPARINA per la circolazione iniettata da 2 giorni(prima prendeva ASCRIPTIN) poi HALCION 250mcg la sera x dormire.Al paziente nell’ultimo mese gli sono prese due ischemie.Le chiedo un consiglio anche a Lei come affrontare la situazione di mio padre ad oggi il neurologo ha confermato la cura! ma E’ GIUSTA? GRAZIE,MARIA.

    RISPOSTA

    Gentile signora Maria,

    alcuni dei farmaci che suo padre sta prendendo possono peggiorare la rigidità e le difficoltà a camminare.
    In particolare dovrebbe interrompere il Risperdal ed eventualmente sostituire con quetiapina 25 mg due volte al giorno (ma solo se fosse veramente molto agitato). A volte infatti la necessità di questi farmaci si riduce nel tempo e bisognerebbe provare a toglierli. Inoltre, se c’è effettivamente un idrocefalo e se questo non è trattabile per via chirurgica con una derivazione (che cosa le ha detto in proposito il neurochirurgo?) i problemi del movimento e della memoria non potranno migliorare.

    Patrizia Mecocci

    Patrizia Mecocci

    ESPERTA IN MALATTIA DI ALZHEIMER. Professore ordinario di geriatria all’Università di Perugia. Nata a Terni, si è laureata a Perugia. Qui è dirigente medico come responsabile del centro per lo studio dell’invecchiamento cerebrale e delle demenze nell’anziano. Ha svolto attività di ricerca all’Università di Lund (in Svezia), al Karolinska Institutet di Stoccolma, alla Harvard University […]
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