parziale lesione giunzione miotendinea

    Pubblicato il: 21 Giugno 2011 Aggiornato il: 21 Giugno 2011

    DOMANDA

    premesso che mi permetto di disturbarla perchè navigando su internet alla

    ricerca di infornazioni ho individuato la sua posizione nell’ambito delle

    eccellenze offerte dalla sanità italiana;

    recentemente (15 gg) mentre giocavo a calcetto dopo anni di inattività mi sono

    infortunato al piede dx;

    la diagnosi dopo rx ed ecografia è la seguente: parziale lesionedella

    giunzione mio-tendinea del piede dx

    la cura proposta e che sto tentando di rispettare è la seguente: utilizzo di

    rialzo calceneare di 2 cm, ghiaccio e antidolorifici al bisogno per 6

    settimane; divieto di attività sportiva per 8 settimane; a distanza di 15 gg

    zoppico ancora e provo dolore solo durante la deambulazione;

    mi domando se è consigliabile un secondo consulto e se gli interventi proposti

    siano adeguati al caso in generale;

    cordiali saluti

    mauro

    RISPOSTA

    Dalla sua storia non si rileva di quale giunzione miotendinea stia parlando. Dal consiglio di rialzo calcaneare comprendo che forse trattasi del tricipite surale alias interessamento del passaggio mio tendineo dell’achilleo.

    Mi sembrano corretti i suggerimenti e le tempistiche proposte da chi l’ha in cura,aggiungerei che di solito la genesi e’ legata spesso ad un piede cavo-varo-supinato e pertanto potrebbe essere utile un plantare previa impronta,volto a meglio distribuire i carichi alla pianta del piede e che con una virgola calcaneare possa scaricare il retropiede.

    La rimetto comunque ad una valutazione specialistica per confermare quanto da me suggerito.

    Arturo Guarino

    Arturo Guarino

    Direttore della struttura complessa di traumatologia dello sport all’Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano. Nato a Torre Annunziata (Napoli) nel 1955, si è laureato in medicina e chirurgia nel 1980 all’Università degli Studi di Milano, specializzandosi poi in ortopedia e traumatologia e in medicina dello sport. Dal 1991 al 1994 è stato medico sociale dell’Inter.
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