Paura della scuola, disturbi alimentari e autolesionismo

    Pubblicato il: 20 Marzo 2012 Aggiornato il: 20 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gentile dott. Mian, sono una ragazza di 19 anni e frequento l’ultimo anno del lingustico. Arrivo subito al dunque: la mia situazione famigliare non è delle migliori, per farla breve mia mamma ha l’amante, mia sorella è stata mandata via di casa perchè omosessuale, con mio papà non parlo mai e mia sorella più piccola capisce fin là e devo badare a lei perchè mi sento responsabile. Sono sempre riuscita a tenere botta a tutto ciò finchè non ho iniziato ad avere attacchi di panico a scuola (dove sono sempre dovuta andare bene) in particolare mi blocco di fronte ai numeri. In matematica sono inclassificabile perchè di fronte alle cifre io inizio ad avere male alle gambe, non respiro bene, mi formicolano le mani e mi gira la testa…Stamattina mi sono addirittura bloccata davanti ai cancelli e ci ho messo mezz’ora per entrare in classe. Da un bel pò di tempo ho iniziato a farmi male sulle gambe e sui polsi e ne sento il bisogno ogni giorno. Riesco a nasconderlo bene comunque! Inoltre è da qualche mese che mangio tantissimo (più che mangiare ingoio) e poi vomito tutto perchè mi sento in colpa, già che non sono magrissima…mangio di tutto anche cibo con il glutine che non potrei perchè sono celiaca. Non penso altro che al cibo. Già dall’anno scorso controllavo il cibo e dopo ogni pasto dovevo fare minimo un’ora di ciclette altrimenti stavo male!!! Cosa mi consiglia di fare?

    RISPOSTA


    Cara ragazza,

    i segnali che le manda il corpo (attacco di panico, dolore alle gambe, respirazione affannosa e formicolio alle mani con capogiri) sono sintomi che meriterebbero un approfondimento, proprio perché, se non dovuti a cause organiche ma psicologiche, sono indice di un disagio.
    Indipendentemente se fisico o psicologico, sono comunque affrontabili e curabili.

    Il corpo le sta mandando dei segnali che lei sembra non poter ascoltare, ad esempio, perché nel suo ambiente (scuola, famiglia) la sofferenza potrebbe non trovare facile ascolto, oppure perché, come mi scrive, “è sempre dovuta andare bene a scuola”, abituando gli altri a vedere in lei una persona forte e decisa.

    Quasi perfetta, insomma.

    Ecco che quindi, alla prima difficolta’, queste certezze e quindi, la visione che gli altri lei pensa abbiano di lei e lei forse ha di se stessa, si sgretolano.

    Con il timore di deludere gli altri e se stessa.

    I suoi sintomi, sembrano dirle che è presente uno stato d’ansia che sarebbe utile valutare per vedere quali eventi hanno modificato il suo “modo di vedere il mondo”, cioe’ l’interpretazione di ciò che sta avvenendo tutt’intorno e soprattutto dentro lei.

    Situazioni di stress fisico, scolastico e di natura psicologica (il passaggio dall’ adolescenza all’età adulta, l’ultimo anno di scuola oltre ai conflitti interpersonali e intrafamiliari, come pure lutti o perdite di vario tipo, ecc) possono averla condizionata al punto da spingerla a controllare le cose che sono controllabili: vale a dire cibo e corpo.

    In passato, controllava il cibo e utilizzava l’attività fisica in maniera ossessiva, non riuscendo comunque a rasserenarsi e a spostare il pensiero verso altri temi/argomenti.

    Questi comportamenti, che sicuramente non aiutano la gestione della sua celiachia, sembrano modificarsi (prima restringeva il cibo, ora talvolta si abbuffa e vomita) rappresentando sintomi della presenza di emozioni difficili da gestire, quasi come se quelle emozioni non riuscisse a trattenerle e ad affrontarle.

    Il mio consiglio quindi, proprio perché sono presenti diversi sintomi di un disagio profondo che meriterebbe ascolto nel “mondo reale”, è di cercare dapprima un consultorio della sua città o di rivolgersi eventualmente allo psicologo dello sportello studenti se esso (me lo auguro) è presente nella sua scuola.

    Prima di ciò le consiglio di tenere un diario alimentare riguardo ciò che mangia e le emozioni riferite a questi momenti e/o agli episodi in cui perde il controllo.

    Puo’ trovare una copia scaricabile QUI.

    Sarà utile per lei ed il collega che la seguirà, partire da li per poi trovare delle alternative sia al pensiero che al comportamento verso l’alimentazione ed il corpo.

    In merito invece al timore della scuola ed ai sintomi che mi ha descritto, per forza di cose è necessario che venga indagata la sua storia di vita e la presenza di altri sintomi ansiosi per poi lavorare sulle sue risorse (e ci sono, mi creda) per fronteggiare emozioni e situazioni difficili evitando il cosiddetto catastrofismo quando sente i segnali che le manda il corpo.

    L’approccio, meglio se cognitivo-comportamentale, l’aiuterà passo passo a ritornare a scuola con meno timore di sbagliare e stare male, esponendola alla situazione che ora lei teme maggiormente.

    Infine, per quanto riguarda il farsi male e che tecnicamente si chiama autolesionismo, le consiglio di cercare sin da subito di scaricare quello che sente in maniera alternativa rispetto all’impulso di tagliarsi, come ad esempio prendere a pugni il cuscino o fare una passeggiata con una persona cara.

    I disturbi d’ansia, del comportamento alimentare e gli atti di autolesionismo talvolta sono tutti presenti e rappresentano una risposta comune ad un disagio, che, ribadisco, merita di essere comunicato ed ascoltato.

    Le auguro ogni bene.


    Emanuel Mian