DOMANDA
Buongiorno,
Sono una donna di 33 anni da poco mamma di una bellissima bambina. Le anticipo che amo la mia famiglia, ho un attaccamento quasi morboso con mia mamma e mio papà, ho splendidi amici e un lavoro, insomma non mi manca nulla, all’apparenza, in verità vivo, soprattutto al lavoro, con la paura di non piacere agli altri, ma nel contempo ho paura anche di essere mortificata perché questo mi rende fragile e vulnerabile. Vorrei riuscire anche a farmi valere sugli altri e che abbiano una buona opinione su di me.
Forse ho messo troppa carne sul fuoco, ma sono tutti pensieri che mi assillano ogni giorno.
La ringrazio se reputa opportuno rispondermi.
Cordiali saluti
Francesca
RISPOSTA
Gentile Signora, mi viene voglia di risponderle raccontando una storiella.
Tanti tanti anni fa, un contadino entrò in una delle grandi e antiche capitali europee insieme a suo figlio e al suo asino. L’uomo era in sella all’asino e il figlio camminava a piedi tirando l’animale con una corda. Appena attraversate le mura della città, sentirono un passante che diceva “Che vergogna! Guarda quell’uomo che sta seduto sull’asino come se fosse un re e lascia il figlioletto morire di fatica”. Vergognandosi, il contadino scese dall’animale, vi fece salire il figlio e prese a camminare accanto all’asino.
Nella strada successiva un venditore ambulante mostrò il terzetto ai suoi clienti dicendo “Guardate là: quel piccolo furfante se ne sta a cavallo dell’animale come se fosse un principino e lascia che il povero padre arranchi nel fango”.
Profondamente imbarazzato, il ragazzo chiese al padre di salire in sella dietro di lui.
Appena voltato l’angolo, una donna seduta sull’uscio di casa gridò “Guardate come si è ridotta l’umanità: non c’è più rispetto per gli animali”.
Sentendo queste parole, il contadino e il figlio scesero dall’asino senza dire una parola e cominciarono a camminare acconto all’animale.
Dopo aver percorso pochi passi sentirono un soldato che diceva a un suo commilitone “Io pensavo di essere stupido, ma guarda lì che cosa ridicola: che senso ha avere un asino se poi non gli si fa fare il suo lavoro!”
Il contadino si fermò e dopo aver dato una pacca affettuosa al figlio disse “Qualsiasi cosa facciamo c’è sempre qualcuno che ci critica. Non si può piacere a tutti. Decideremo da soli cosa è giusto fare. Troveremo così gli amici giusti”.
Fine della storiella.
Sto scrivendo un pezzo per una rivista su “Autostima: concetto trappola?”, se mi manda la sua mail glielo mando.
Cordialmente
Vittoria Cesari Lusso, Professore di psicologia
www.vittoria-cesari-lusso.ch