DOMANDA
Entrambi divorziati e conviventi da 14 anni.Gli ho chiesto la disponibilità di usare il suo computer, prima che andasse al lavoro, perchè già acceso ed il mio non funzionava. Non ha potuto dirmi di no e mentre andava avanti e indietro io vedo comparire alternativamente una immagine anonima e disturbatrice della grandezza di un francobollo. La ignoro ma poi per sbaglio ci clicco e mi si apre una pagina piena zeppa di cartelle dai titoli hard. Il cuore mi batte forte ma comunque provo aprirne 1, 2…tutte piene di video porno. Ne apro uno a caso, lui arriva e gli dico porgendogli il portatile: “Le tue solite schifezze..” Si, solite perchè altre volte lo avevo sorpreso a guardare foto erotiche ma lui mi aveva fatto credere che erano state scaricate per sbaglio. Ha preso il suo computer ed è andato al lavoro. E’ ritornato la sera senza accennare niente e quando io ho voluto parlarne è diventato aggressivo e voleva uscire di casa. L’ho trattenuto ma si è chiuso nel mutismo che adotta quando gli chiedo di parlare dei nostri problemi. Sono anni che non abbiamo rapporti sessuali (1 o 2 l’anno) ed ha preferito farmi credere di essere impotente piuttosto che parlare con me della sua dipendenza. Ha demolito in tutti questi anni, la mia immagine di donna sensuale ed erotica ignorando le mie esigenze sessuali, pur standomi sempre appiccicato in tutti gli altri contesti sino ad impedirmi di avere spazi autonomi o di frequentare altre persone senza di lui. C’è una via d’uscità?
RISPOSTA
La dipendenza da cybersesso è senza dubbio un problema in aumento nella nostra società. Si tratta di una condizione che può essere trattata da professionisti specializzati, ma occorre la motivazione e la disponibilità della persona ad affrontare un tale percorso che non è né facile né breve. Esiste un libro del dottor Emiliano Lambiase, che s’intitola la dipendenza sessuale, e che presenta molto bene il problema e il collega è uno dei maggiori esperti italiani nel campo.