perche dicono le bugie

    DOMANDA

    dott buongiorno sono una donna separata ho due figli di 14 e 11 anni vorrei chiederle perche mia figlia di 11 dice bugie a raffica di tutti i tipi soppratutto per coprire il padre anche se evidenti ho provato a fargli capire che e una cosa sbagliata ma non ce stato verso non riesco proprio a farla smettere mente su ogni cosa sa darmi una spiagazione e dirmi come devo fare per fargli capire che e sbagliato grazie

    RISPOSTA

    Gentilissima, lei riferisce di essere una donna saparata e di avere due figli di 14 e 11 anni e vuole sapere perché sua figlia di 11 anni “dice bugie a raffica di tutti i tipi”, in particolare “soprattutto per coprire il padre”. Inoltre, ha sperimentato il fatto che ha “provato a farle capire che è una cosa sbagliata ma non c’è stato verso”: non riesce proprio a farla smettere. La sua prima domanda è questa: perché sua figlia dice bugie continuamente? Ed ecco la sua seconda domanda, soprattutto: cosa deve fare per fare capire a sua figlia che è un comportamento sbagliato?
    Entrambe le sue domande sono complesse e, più in particolare, è difficile dire quale sia il comportamento che lei deve assumere per indurre sua figlia a smettere di dire bugie continuamente.
    Partiamo, comunque, con ordine: perché i bambini dicono bugie? Una domanda complicata, alla quale non esiste una risposta univoca. Il dire bugie, si è potuto osservare mediante ricerche sperimentali (tecniche di ricerca più rigorose) e soprattutto empiriche (tecniche basate su fatti evidenziati nelle indagini condotte) è un comportamento legato a componenti cognitive (come gli esseri umani pensano, ragionano e prendono decisioni sui comportamenti che mettono in atto nelle diverse situazioni in cui sono coinvolti), emotive (il dire bugie ha l’effetto di scatenare una serie di emozioni più o meno intense e più o meno complesse), affettive (il dire bugie attiva sentimenti e legami complicati, spesso quelli nei quali il soggetto vive e/o ha vissuto), sociali (il dire bugie è finalizzato a consolidare/indebolire i legami sociali che il soggetto si trova a vivere, o nella vita reale, o in quella virtuale, come ad esempio sempre più spesso oggi si verifica nei numerosi social network che ormai sono presenti nella nostra vita, quali facebook, twitter e numerossissimi altri). Quindi, quando sua figlia dice una qualsiasi bugia attiva nella sua mente e nel suo cervello (più in generale, nel suo corpo) tutte queste componenti ed è praticamente impossibile, sulla base solo di quello che lei dice o potrebbe dire, precisare quale sia la componente prevalente. Cognitiva (i motivi che spingono sua figlia a decidere di dire bugie alla madre, probabilmente anche a diverse altre figure della sua vita)? Emotiva (quali emozioni prova quando dice una bugia)? Affettiva (quali obiettivi di consolidamento/allentamento di legame si propone di raggiungere dicendo bugie)? Sociale (quali alleanze/opposizioni si propone di conseguire con le sue bugie)? Sembra intanto che sua figlia, in relazione a come lei ha raccontato i fatti, voglia “coprire il padre”. Questo è un sintomo che non deve essere sottovalutato. Sua figlia, nel dirle una bugia finalizzata a “coprire il padre”, prende una decisione dolorosa: accetta di subire una sua riprovazione, comunque una perdita di stima della madre pur di “coprire il padre”. Un fatto che, almeno secondo me, rivela un coraggio e una forza lodevoli da parte di sua figlia, tenendo conto che accetta di affrontare una situazione potenzialmente pericolosa per tener fede al suo amore per il padre. Questo fatto mi induce a pensare che sua figlia non è una “bugiarda cronica e superficiale”, ma è consapevole sugli effetti possibili che i suoi comportamenti bugiardi producono in lei (in quanto madre).
    Comunque, il discorso sul perché i bambini dicono le bugie è complicato e richiederebbe molto tempo e spazio per una risposta appena sufficiente. Basti dirle, per concludere, che un filone sempre più ampio di ricerche sostiene la teoria che il dire bugie rivela la proprietà specificamente umana di elaborare “teorie sulla mente” degli altri e di se stessi ed è un comportamento strettamente legato al nascere dell’intelligenza umana come specificamente possiamo osservarla nei comportamenti dei soggetti che progressivamente diventano sempre più grandi e maturi.
    Passiamo quindi alla seconda domanda: cosa fare per far smettere sua figlia di dire bugie? Anche in questo caso, non è possibile dare una risposta semplice e precisa. Il comportamento che lei ha assunto, ossia dire a sua figlia che il dire bugie è un comportamento sbagliato, magari facendole vedere che sua figlia ha detto una bugia, sia pure con le evidente più lampanti, come ha potuto sperimentare lei stessa, è inutile. Sua figlia continua, anche e più di prima, magari ‘arrampicandosi sugli specchi’ per dimostrare che lei non ha detto una bugia, ma la verità. Questo fatto dimostra che lo “spiegare” una bugia, produce come effetto la generazione di bugie ancora più grosse e assurde che, peraltro, fanno ancora più arrabbiare chi ha ascoltato la bugia e cercato di dire che il dire bugie non è giusto e può, tra le altre cose, portare anche a spiacevoli conseguenze nella vita adulta.
    Allora cosa fare? Assistere impotenti (e compiacenti) al sentire bugie una dietro l’altra?
    Certamente no!
    Ma cosa fare? La risposta è una sola: il comportamento della bugia può essere contrastato e alla fine, dopo anni, con tantissima pazienza, sconfitto esclusivamente con comportamenti fondati sulla verità. Da parte di chi? Prima di tutto, di lei stessa. Sua figlia la osserva continuamente, anche quando lei non lo sa e non se ne accorge. Il fatto che constati, tutte le volte, che lei calibra, regola i suoi comportamenti sulla base della verità delle cose, determina in sua figlia un bisogno sempre più insopprimibile di dire le cose come stanno e quindi di smetterla di inventarsi le cose attraverso le bugie. Questo suo sforzo, per poter ottenere più rapidamente dei risultati (ma, ripeto, sono necessari anni per ottenerli), dovrebbe essere seguito anche dal padre di sua figlia e dal fratello/sorella, oltre che più in generale (ma, secondo la mia esperienza, è del tutto impossibile) dal resto della cerchia familiare, amicale, sociale nella quale sua figlia gravita.
    Con i miei più calorosi auguri per lei e i suoi meravigliosi bambini (ed anche per il loro padre), Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
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