DOMANDA
Buongiorno,
sono il papà di una bambina di 9 anni affetta da piastrinopenia autoimmune da quando aveva l’età di 5 anni. Abbiamo seguito i protocolli previsti nei casi in cui le piastrine scendevano sotto la soglia di 10.000 con sintomi evidenti (ematomi, petecchie, epistassi, ecc.) attraverso la somministrazione di immunoglobuline, tentativo con cura cortisonica, risultata inefficace, dopo diagnosi successiva al prelievo e analisi del midollo.
Oggi la situazione è stabile, l’ultima terapia con immunoglobuline risale a maggio 2017, da circa un anno, con una conta che oscilla dalle 20000 alle 30000 piastrine. A settembre ci siamo adoperati per la vaccinazione contro morbillo, parotite, e rosolia più volte rinviata per il problema delle piastrine basse.
A breve abbiamo l’appuntamento per la somministrazione del vaccino. La preoccupazione maggiore è che la vaccianazione possa peggiorare la conta delle piastrine. Potrebbe spiegarmi se ci possono essere effettivamente interazioni tra la malattia e la vaccinazione e per quanto tempo, in caso affermativo, è il caso di tenere sotto controllo, più del solito, la conta per il pericolo di calo importante?
La ringrazio per la risposta e per il suo impegno sul tema
RISPOSTA
Caro Sig. la PTI è una patologia autoimmune e quindi la causa non è nota come tutte le forme autioimmuni. Farmaci, vaccinazioni, infezioni possono essere solo non la causa ma i fattori scatenanti e quindi a meno che uno non stia assumendo il cortisone (che ne limita o addirittura ne impedisce l’attecchimento) la vaccinazione o rivaccinazione puo’ essere eseguita e a volte potrebbe contribuire paradossalmente alla risoluzione della PTI. Il peggioramento? è gia’ piastrinopenica con piastrine inferiori alle 50.000 per cui non puo’ peggiorare l’attuale situazione. personalmente la farei vaccinare. Cari saluti dr.Jankovic