Pillola, sindrome metabolica e alopecia

    DOMANDA

    Buongiorno Dott. Armanini,
    Sono una studentessa di medicina 22enne a cui è stata diagnosticata alopecia androgenetica da diversi anni.
    A questa patologia è sempre stato associato telogen effluvium cronico.
    Da 2 anni sono seguita presso il reparto di diabetologia per sindrome metabolica (insulino resistenza, ovaio policistico e acne). Vorrei sottolineare però che sono perfettamente normopeso.
    Nonostante le mie remore (in quanto so che la pillola è controindicata in soggetti con problemi ai capelli) mi è stata prescritta l’assunzione di una pillola anticoncezionale per regolarizzare un ciclo molto irregolare (forte menorragia).
    Ho iniziato un anno fa con pillole con progestinico antiandrogeno (jasminelle, jasmine e belara).
    Ho dovuto sospendere tutte e 3 queste pillole per metrorragia di quasi un intero mese (con jasmine e jasminelle) e di 15 gg con belara.
    Il ginecologo che mi segue mi ha quindi prescritto Kipling, che contiene Gestodene, che assumo ormai da 2 mesi pur consapevole e preoccupata del fatto che l’assunzione di un androgeno possa peggiorare la mia ormai evidente alopecia.
    Con Kipling però, finalmente il ciclo si è regolarizzato e non ho più alcun tipo di perdite intermestruali.
    Per l’alopecia androgenetica applico Minoxidil 2% e Locoidon.
    Vorrei cortesemente sapere da un endocrinologo esperto quanto lei se nella mia situazione sarebbe opportuno sostituire Kipling con un’altra pillola e, nel caso, quale pillola antiandrogena sarebbe una valida sostituta?
    Quanto Kipling peggiorerà la mia situazione?
    Sono a conoscenza dell’utilizzo di ciproterone acetato (diane) per la cura di patologie come la mia ma, essendo una pillola ad alto dosaggio, preferirei tenerla come ultima soluzione (se lo fosse).
    La ringrazio molto per il suo aiuto,
    Alessia G.

    RISPOSTA

    Mi sembra che abbia la sindrome dell’ovaio policisticio, alla base della quale molto spesso c’è la resistenza insulica anche nelle donne magre. Uno sei segni della malattia e il dfluvium capillorum. Un problema aggiuntivo sono le meno- metrooraggie di cui mi accenna. Tale aspetto dovrebbe essere studiato indipendentemente dalla sindrome dell’ovaio policistico: il suo ginecologco avrà fatto i necessari esami come la ricerca di disturbi coagulativi, la funzione tiroidea, alterazioni endometriali etc. L’uso del contraccetivo da buoni risultati in molte pazienti ma quasi sempre la sua sospensione fa tornare il quadro iniziale. Discuta con il suo ginecologo-endocrinologo su una possibile terapia antiandrogena diversa dal cipropterone acetato (che è efficace ma alla lunga debe essere monitorata la funzione epatica)  magari associata al contraccettivo , ma questo lo deve decidere il medico che l’ha visitata in modo completo per mettere insieme tutte le sue problematiche. Vedrà che si potrà trovare la terapia adatta al suo caso che deve trattare il problema metabolico, quello dell’eccesso di androgeni, quello di altre problematiche come quelle tiroidee, quelle infiammatorie, vascolari etc.e soprattutto il suo problema mestruale

    decio.armanini@unipd.it

    Decio Armanini

    Decio Armanini

    SPECIALISTA IN ENDOCRINOLOGIA E SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE, SPECIALISTA EUROPEO DELL’IPERTENSIONE. Esperto di Endocrinologia Generale e Ginecologica, Ipertensioni endocrine (in particolare Iperaldosteronismi), Sindrome metabolica. Già Professore di Endocrinologia presso l’Università di Padova. Ha lavorato per 5 anni in Australia e Germania. Membro dell’Endocrine Society USA dal 1984.  Autore di 220 pubblicazioni su riviste internazionali  sulle ipertensione endocrine, […]
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