DOMANDA
Gentilissimo prof.Vorrei avere un suo parere. Parto precedente aprile 2010:parto indotto x ipertensione arteriosa non ben controllata con aldomet a 40+2.A 7gg dal parto iperpiressia e ricovero con 2 RCU e antibiotico terapia ev doppia per sospetta infezione di frammenti placentari (emoglobina in uscita: 5.9). Attuale situazione: parto indotto per iperpiressia e tachicardia fetale il 4/01/2012 presso ospedale periferico (sospetta rottura membrane, prom test neg ma tampone streptococco positivo), placenta accreta con necessità di secondamento manuale, emorragia (1870 cc di sangue persi nonostante terapia con Syntocinon, methergin e nalador), tamponamento utero-vaginale, anemia (emoglobina 5.4), TIA con emianopsia laterale omonima e afasia espressiva da ipossigenazione in concomitanza della montata lattea. Ebbene mi hanno sconsigliato vivamente una successiva gravidanza e in tale remota possibilità di partorire in un ospedale centrale. Vorrei sapere se anche lei mi da lo stesso consiglio, quali sono le procedure utilizzate in tali casi nel vostro centro? con quali risultati? quale contraccezione è meglio usare (ora sto allattando)?. Io e mio marito avremmo il desiderio di avere altri figli ma senza rischiare troppo.
La ringrazio sentitamente per il consulto, cordiali saluti
RISPOSTA
Carissima Signora,
Una storia appassionante, la sua. Credo che sia necessario comprendere come mai in gravidanza succedano questi fenomeni. Si rivolga al un esperto, e se non lo trova si rivolga alla Società Italiana di Gimecologia e Ostetricia (SIGO) 066868142 e chiarisca quali sono i possibili rischi per la gravidanza futura. La terapia che ha fattomé corretta.
Cordiali saluti