DOMANDA
Gent.mo Professore,
Ho la policitemia diagnosticata da ottobre 2010 e faccio salassi da febbraio 2011 (età 38 anni). Inizialmente ogni 4 settimane e successivamente il lasso di tempo tra un salasso e l’altro si è lentamente prolungato a 3 mesi.
Dagli ultimi esami fatti risulta che l’ematocrito è rimasto quasi invariato (45,5% – 46)per quasi 3 mesi dall’ultimo salasso.
E’possibile che la carenza di ferro riesca a bloccare l’ematocrito in modo che non devo più fare salassi?
Il mio medico dell’ospedale che mi segue ha detto che con l’andare del tempo forse bisogna prendere del ferro a basse dosi perchè non è possibile fare salassi all’infinito.
In quali casi si prende ferro a basse dosi con la policitemia?
Devo aggiungere che giudico il mio stato generale di salute come molto buono e sono in assenza di qualsiasi sintomo (stanchezza, prurito ecc.).
I miei valori dell’ultimo esame sono 10,50 leucociti, 6,27 eritrociti, 13,1 emoglobina, 45,5 ematocrito, 626 trombociti.
Grazie mille della gentile risposta.
RISPOSTA
I salassi vengono effettuati proprio con lo scopo di ridurre i depositi di ferro dell’organismo e quindi mettere il midollo in una condizione di difficoltà a produrre nuovi globuli rossi (che necessitano assolutamente di ferro contenuto nella emoglobina). Per questo i salassi generalmente si riducono in frequenza con il passare del tempo, quando la carenza di ferro si è instaurata. proprio per questo la somministrazione di ferro è controindicata in un soggetto con policitemia vera, a meno che non insorgano altri sintomi, attribuibili alla carenza di ferro nei tessuti; questi ultimi devono comunque essere valutati con attenzione, e se proprio necessario la somministrazione di ferro deve essere fatta per un tempo breve, giusto quello necessario a fare sparire i sintomi da carenza.