Porno dipendenza sospetta di mio marito

    Pubblicato il: 21 Luglio 2017 Aggiornato il: 21 Luglio 2017

    DOMANDA

    Salve Dottoressa,
    da sempre ho notato che mio marito aveva abitudini di visionare materiale porno e addirittura chattare su siti di incontri ora la cosa si e’ fatta più problematica in quanto ho messo allo scoperto la situazione e spesso abbiamo litigato riguardo al fatto che trovo conversazioni pornografiche in chat che lui crea o via txt. Premetto che mio marito è stato alcolista ed è uscito dal vizio circa 4 anni fa per poi ricaderci 1 anno fa. Tutto questo lui lo imputa alla mia colpa e mi rendo conto che subisco una violenza psicologica da parte sua, abbiamo 2 figli che chiaramente non essendo più piccolissimi capiscono e ne risentono ancora di più.
    La sua storia familiare gli ha lasciato diversi conflitti che lui asserisce di aver risolto ma mi rendo conto che non e’ cosi’, credo che mi attribuisca il ruolo della madre che pur essendo in vita non e’ stata una madre. Credo viva con sensi di colpa nei confronti della famiglia di origine (genitori separati, non aver avuto le attenzioni e il supporto dovuto alla separazione dei suoi avvenuta in modo plateale e senza tutela per i figli dal punto di vista psicologico – i fratelli si sono sottoposti ad analisi per diverso tempo 1 e l’altra ha frequentato gli Alcolisti Anonimi per una dipendenza da alcool con fallimento del proprio matrimonio in entrambe le situazioni). Non ho nessuna intenzione di lasciare naufragare il nostro matrimonio visto che quando smise di bere le cose erano nettamente migliorate, ma lui rifiuta di riconoscere i suoi problemi.
    Come posso rapportarmi con lui per arrivare ad una terapia? Io ho già chiesto aiuto per me e sto guardando per i ragazzi.
    Grazie mille per l’attenzione e resto in attesa.

    RISPOSTA

    Gentile signora,

    dalla situazione che mi descrive è evidente che suo marito abbia bisogno di essere supportato. Purtroppo il problema dell’alcolismo, oltre ad aumentare l’intolleranza alla frustrazione, porta spesso a un discontrollo degli impulsi e, talvolta a una disinibizione. Spesso vi è, inoltre, una fatica nell’ammissione del problema e, in questi casi, è facile cadere nella menzogna rispetto ai propri comportamenti disfunzionali, così come nelle accuse a terzi delle proprie difficoltà. Chi sta vicino a una persona affetta da questo tipo di problema è importante che impari a distinguere i problemi e non attribuirsi responsabilità che non gli appartengono, in questo caso l’alcolismo.

    Apprendo con piacere che lei è supportata a livello psicologico e che si stia adoperando in tal senso anche per i suoi figli. Infatti, in queste situazione è importante superare l’emozione della vergogna e chiedere aiuto per non sentirsi soli. In tutto il nostro Paese ci sono servizi territoriali con personale esperto che possono venirle incontro e aiutarla. Questi sono ad esempio: “Servizi di Alcologia, i Ser.T., Ser.D., SMI…

    Oltre a tutto cio è importante, anche per i familiari, partecipare a dei gruppi di Auto Mutuo Aiuto. Questi sono gli Alcolisti Anonimi, oppure i Club Alcolisti in Trattamento. Nella prima situazione i familiari partecipano a riunioni separate rispetto alla persona con il problema alcol correlato; nel secondo caso familiari e persone che soffrono di alcolismo si confronto insieme davanti a un mediatore.

    Per quanto riguarda la possibilità di convincere suo marito a chiedere aiuto, lei potrebbe inoltre condividere con lui la preoccupazione che vive per i suoi comportamenti e atteggiamenti che lo stanno allontanando dalla serenità e dalla vita familiare. E’ importante che il tema venga affrontato in un momento di sobrietà dove, insieme, possiate riflettere sui benefici del periodo di astinenza e sulle difficoltà percepite (anche) nella vostra relazione quando l’alcol si insinua nella vostra vita. Gli parli con la voce delle emozioni, ovvero verbalizzando ciò che sente e prova. Cerchi di evitare le accuse e focalizzi la sua attenzione sulla sofferenza che sperimenta lei e che le sembra di scorgere in suo marito.

    Spero di esserle stata di aiuto.

    Le mando un caro saluto, dott.ssa Tiziana Carmellini

    Tiziana Carmellini

    Tiziana Carmellini

    Psicologa all’ospedale San Pancrazio di Arco (Trento). Nata a Rovereto nel 1981, si è laureata in psicologia nel 2003 e ha conseguito un master sul trattamento dei disturbi sessuali nel 2011. Si occupa di progetti di educazione affettiva e sessuale per ragazzi e adulti ed è vicepresidente della commissione scientifica del Comitato italiano per i […]
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