Porpora di Schon henock

    DOMANDA

    Buonasera dottore, oggi le scrivo per un mio dubbio che mi affligge da circa due anni, sono un trapiantato di rene da vivente (mio padre) a 12 anni ho avuto la schon henock con fortissimi dolori addominali e macchie nelle braccia e gambe e piedi molto scure e il pediatra mi aveva curato con alte dosi di cartisone e maalox e nel referto rilasciato da bambino non ci sono esami che riportano valori di creatinina e azotemia e quindi non sapevo che potesse prendere i reni, i dolori erano scomparsi solo che ogni anno col freddo fino all’età d 18-19 anni mi compariva qualche macchiolina solo sulle gambe e il solito pediatra mi diceva che non c’era da preoccuparmi così mi sono anche iscritto in palestra all’età di 15 anni visti i dolori muscolari pensavo mi potesse fare bene e infatti ne ho tratto dei benefici solo che non sapendo che potesse prendere i reni ho anche fatto una dieta abbastanza proteica integrando anche bcaa e proteine in polvere e ogni tanto anche creatina…fino a quando un giorno di agosto del 2012 sono andato dal medico per il certificato medico inerente la palestra e misurandomi la pressione l’avevo 220su110 e nei giorni prima accusavo solo molto mal di testa e gia da un anno circa urinavo molto frequentemente soprattutto la notte…la mia domanda è…la schonn henock spesso porta all’insufficienza renale se curata in questa maniera? e soprattutto sono stato io a ridurmi così? per favore dottore mi risponda grazie!

    RISPOSTA

    La porpora di Schönlein-Henoch (PSH) è una malattia che colpisce i piccoli vasi sanguigni e rientra nella famiglia delle “vasculiti”, un termine che indica la presenza di uno stato di infiammazione dei vasi. Se sono interessati i vasi della pelle si manifesta la “porpora” (ovvero delle chiazze rosse dovute a stravaso di sangue dai vasi colpiti dalla malattia). Le cause sono molteplici e quando la malattia interessa i vasi dei glomeruli renali (strutture che servono a filtrare il sangue per depurarlo) si osserva la perdita di proteine, sangue e successivamente un deficit delle funzioni renali. Il cortisone e altre terapie immuno-soppressive possono fermare o rallentare la malattia, che però in un numero consistente di casi può evolvere verso l’insufficienza renale grave e quindi verso la dialisi o il trapianto renale.
    Rispondere alle sue domande relative all’evoluzione della malattia nel suo caso specifico è molto difficile. Quello che però posso segnalarle è che la malattia potrebbe ripresentarsi e che pertanto da ora in poi è bene che lei faccia tutti i controlli che le consiglia il suo nefrologo nella gestione del post-trapianto. Utile in particolare monitorare la pressione arteriosa, l’esame delle urine (compresa la proteinuria) e naturalmente gli esami di funzione depurativa renale, come la creatinina.
    Cordiali saluti,

    Dott. Maurizio Gallieni

    Maurizio Gallieni

    Maurizio Gallieni

    Direttore dell’unità operativa complessa di nefrologia e dialisi dell’azienda ospedaliera San Carlo Borromeo a Milano. Nato a Milano nel 1960, si è laureato presso l’Università degli Studi di Milano e specializzato all’Università degli Studi di Verona. Ha studiato e svolto tirocini all’estero, soprattutto negli Usa.
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