Possibile algodistrofia a pianta del piede sx

    DOMANDA

    Gentilissimo dottore, mi chiamo Virginia, ho 25 anni, sono ginnasta ed il 4 febbraio ho subito un intervento in elezione di plastica capsuloligamentosa esterna alla caviglia sx (ricostruzione PAA) + artrolisi di osteofita anteriore, con tecnica open.
    Dopo l intervento mi hanno confezionato un tutore tipo walker con piede forzato a 90 gradi.

    Il tutore era ahimé troppo stretto e, avendo io un tendine di Achille piuttosto retratto, ho cominciato subito dopo la scomparsa dell effetto dell anestesia a sentire dolore urente fortissimo alla pianta del piede che spingeva contro il tutore, cosicché i chirurghi, dopo circa otto – nove ore dall intervento hanno rimosso il tutore e confezionato un apparecchio gessato decisamente piú comodo.

    Ho tenuto arto in scarico come da programma e devo dire che il dolore postoperatorio alla caviglia é stato minimo e nella norma, ho smesso subito di prendere analgesici e il decorso é stato regolare, senza gonfiori o problemi collaterali.

    Attualmente sono in diciottesima giornata postoperatoria, la mobilitá delle dita é buona e non impedita, ma ho sempre la sensazione di qualcosa che “tira” sotto la pianta del piede.

    Ho avuto l´ok per caricare sull arto con apparecchio gessato e stampelle, ma quando poggio il piede a terra la pianta e mi é impossibile camminare se non per 10-15 passi.
    Al carico la pianta brucia molto intensamente, dolore che regredisce a riposo.
    é presente forte iperpatia e allodinia, al tatto é come se avessi un grosso durone sotto alla pianta, la pressione é dolorosa soprattutto in sede di terzo e quarto metatarso e occasionalmente avverto scosse sotto al piede. Tutti i sintomi sono solo circoscritti alla pianta.
    Il piede operato non si presenta gonfio né discromico, le dita del piede sono asciutte e non edematose, tranne brevemente in ortostasi per via della circolazione (sono ancora in gesso e comunque dall ´intervento é passato relativamente poco tempo).

    Sto cercando di rimanere tranquilla, i chirurghi hanno ipotizzato un lieve danno da compressione che scomparitá col tempo, ma devo dire che questi sintomi mi preoccupano molto e ho paura siano spia di una sindrome algodistrofica.
    Aggiungo che sono sportiva agonista e sono spaventata dal mancato recupero funzionale e dall´impotenza funzionale a lungo termine.

    Possono quelle otto-nove ore di tutore aver causato un problema del genere o si tratta piú di sintomatologia ascrivibile ad una lieve compressione?
    Mi aiuti a vederci piú chiaro, io sono tanto spaventata. Cosa mi consiglia di fare? La terapia con neridronato ev, se effettuata in tempo, che possibilitá di recupero puó garantirmi?

    Grazie per l attenzione
    cordialitá.

    RISPOSTA

    Gentile sig.ra Virginia,

     

    sulla base di ciò che mi descrive non ci sono elementi attuali per porre diagnosi di Algodistrofia. L’interpretazione data dal chirurgo mi sembra decisamente plausibile.

    Si tratterà di vedere come evolve la situazione del suo piede.

    Cordialità.

    MVarenna

    Massimo Varenna

    Massimo Varenna

    ESPERTO IN ALGODISTROFIA. Responsabile del centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie osteometaboliche dell’istituto Gaetano Pini di Milano. Nato a Varallo (Vercelli) nel 1959, si è laureato in medicina all’Università di Milano nel 1984 e si è specializzato in reumatologia nel 1988. È professore a contratto presso la scuola di specializzazione in ortopedia […]
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