DOMANDA
Gentile dr
Ho 24 anni e ho partorito una splendida bambina 8 mesi fa.
Ho sempre sofferto di pressione bassa, che in gravidanza si è accentuata per peggiorare tanto poi, dopo il parto.
Ad oggi la mia pressione si è assestata intorno a 50/85 ma spesso scende anche a 40/70 e un paio di volte addirittura la massima è scesa a 65. Mi capita anche spesso di avere una fame d’aria…soprattutto mentre mangio…
La mia vita è diventata difficilissima, non riesco più a far nulla, e ovviamente con una bimba così piccola le cose da fare sono tantissime. Questa pressione così bassa mi sta deprimendo molto e non vedo uscita…
Mi sono rivolta ad un cardiologo che mi ha fatto fare alcune analisi specifiche tra cui:
VOLUMD URINE 24H 500
CATECOLAMINE TOTALI URINARIE 16 (0 – 115 μg/24h)
CORTISOLO EMATICO MATTUTINO 135, 4 (62-194 MATTUTINO)
ALDOSTERONE 48,2 (25,6-445)
ATTIVITà RENINA PLASMATICA 5,8* (RENINA IN ORTOSTATISMO 1,5-5,7)
e poi altre analisi tutte uscite bene tranne il volume piastrinico medio e gli eosinofili entrambi mi escono alti da parecchi anni (perché?)
Inoltre quando ho fatto il prelievo la dottoressa ha fatto molta fatica a trovare una vena…e quando è riuscita a bucarla il sangue non usciva…ci è voluto un po’ di tempo e molto impegno da parte sua…era come se non avessi sangue…
GENTILE dr SO CHE QUESTA NON è LA SEDE ESATTA PER RICEVERE DIAGNOSI MA NON SO PIU A CHI RIVOLGERMI, grazie
RISPOSTA
Non posso che ripetere concetti già espressi. La pressione bassa in un soggetto sano non è pericolosa anzi va considerata un fattore protettivo per il cuore e viene corretta solo in presenza di gravi sintomi ad essa correlati (vertigini, svenimenti). In questi casi bisogna avere prima un profilo laboratoristico-strumentale della paziente con accertamenti di tipo metabolico- endocrinologico e cardiovascolari. Se tutto risulta normale ed i sintomi permangono fastidiosi si può tentare di fare risalire un poco la pressione idratando il paziente con liquidi e soluzioni idrosaline, con una dieta equilibrata in cui trovi posto anche caffè o the, con l’utilizzo di calze elastocompressive; in qualche caso possono essere utilizzati farmaci vaso costrittivi o che aumentino il tono delle vene periferiche. Nei casi più severi possono essere utili cortisonici. Tuttavia devo ripetere che per fortuna nella grande maggioranza dei casi non bisogna fare nulla. Ritorni dal suo cardiologo di fiducia, che saprà consigliarla un corretto protocollo diagnostico ed un profilo comportamentale adeguato con eventuale integrazione farmacologica. Cordiali saluti.
