Presunta algodistrofia astragalo

    Pubblicato il: 15 Febbraio 2019 Aggiornato il: 18 Febbraio 2019

    DOMANDA

    Buongiorno dottore,
    mi chiamo Ivan e ho 29 anni.
    In data 1 luglio 2018 accendendo la moto da cross con la pedalina sento un dolore come da strappo alla caviglia.
    Passata una settimana continuo a zoppicare e in pronto soccorso mi fanno i raggi che risultano negativi per fratture
    Avendo ancora dolore ad inizio agosto mi sottopongo a risonanza magnetica il quale evidenza edema intraspongioso astragalo nella sua metà mediale con piccola interruzione della corticale.
    Segue terapia con clody 200 una al giorno per 10gg poi una ogni 2 giorni per 20 giorni, magnetoterapia di notte e scarico totale con stampelle.
    A metà novembre non riuscendo ancora a camminare per i dolori davanti e sotto al malleolo interno mi reco da un luminare della caviglia il quale mi diagnostica microfrattura del collo dell’astragalo con quadro algodistrofico.
    Inizio gennaio 2019 faccio rm di controllo che dice sono apprezzabili sfumate tracce di edema midollare dell’ astragalo, permane apprezzabile l’ esito di frattura astragalica in corrispondenza del sustentaculum tali con edema midollare quasi totalmente risolto.
    Ora sono 7 mesi e mezzo in cui non riesco a camminare senza una stampella perché sento dolori quando provo a fare il passo nonostante siano 3 mesi che provo a sforzare in tutti i modi, l’unica cosa che è migliorata è il dolore con il carico totale che quasi non c’è più.
    Lo specialista continua a dire si tratti di algodistrofia dell’ astragalo ma io non ho dolori ne di notte ne a riposo ma solo quando provo a camminarci sopra e a sforzare.
    Dopo tutto questo tempo sono disperato e non so proprio più che fare.
    Grazie in anticipo per la sua eventuale risposta.
    Saluti
    Ivan

    RISPOSTA

    Gentile sig. Ivan,

    penso che lei sia vittima di un ben noto e pericoloso cortocircuito diagnostico che identifica il riscontro alla RMN di edema midollare con la sindrome Algodistrofica. L’edema midollare è una risposta sempre uguale del tessuto osseo a numerose patologie (oltre una ventina). Tra queste, il trauma e la frattura sono le più frequenti.

    E’ verosimile che l’attuale situazione sia il risultato di una iniziale terapia inadeguata (clodronato im) che non ha impedito che la lesione infiammatoria midollare (l’edema) compromettesse l’integrità strutturale e l’architettura della struttura ossea presente all’interno dell’astragalo. In situazioni come queste il dolore al carico (che nulla ha a vedere con l’algodistrofia) tende a perdurare per parecchio tempo.

    Oltre alla progressiva e graduale ripresa del carico completo, l’unico suggerimento che posso darle è quello di eseguire una scintigrafia ossea. In caso di persistenza di alterato segnale può essere ipotizzabile un adeguato trattamento per accorciare i tempi di guarigione.

    Cordialità.

    MVarenna

    Massimo Varenna

    Massimo Varenna

    ESPERTO IN ALGODISTROFIA. Responsabile del centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie osteometaboliche dell’istituto Gaetano Pini di Milano. Nato a Varallo (Vercelli) nel 1959, si è laureato in medicina all’Università di Milano nel 1984 e si è specializzato in reumatologia nel 1988. È professore a contratto presso la scuola di specializzazione in ortopedia […]
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