PRESUNTI ATTACCHI DI PANICO

    Pubblicato il: 23 Settembre 2010 Aggiornato il: 23 Settembre 2010

    DOMANDA

    Buongiorno dottoressa, la mia bimba di 3 anni e mezzo ha da pochi giorni iniziato la materna. Le maestre mi dicono che la bambina piange in continuazione, ma non è il classico pianto da distacco,è inconsolabile, avviene ripetutamente durante le 3 ore in cui sta lì, inizia all’improvviso e fatica a respirare. Le premetto che la bimba dai 15 mesi ha iniziato a non alimentarsi più (solo latte e qualche assaggino). Ricoverata a novembre scorso in neuropsichiatria con esito “disturbi alimentari non diversamente specificati”. La bimba non vuole frequentare posti affolati (compresi parchi giochi) e mi dice che la materna le piace, ma non vuole starci perchè ci sono troppi bimbi.Spero in una Sua risposta e ringrazio. Chiara.

    RISPOSTA

    Gentilissima Signora, vediamo di separare le cose:

    L’ingresso alla scuola materna è sicuramente un momento delicato, e va affrontato al meglio. Se la bambina riferisce che “ci sono troppi bimbi” vuol dire che probabilmente non riesce a comprendere cosa deve fare e quando, e non conosce le regole dei giochi che fanno gli altri bimbi. E’ probabile che gli altri bimbi abbiano già costituito dei gruppi, come succede nelle classi di età mista. Si può provare a chiedere alle maestre di preparare delle attività che sono gradite alla bambina, in un tavolino a cui si siedono sempre gli stessi bambini (quelli più tranquilli e più “amici”) e finita quell’attività la bambina torna a casa. Dopo alcuni giorni si inserisce un’altra attività e via via si aumenta, facendo in modo che le attività proposte siano sempre gradite alla bambina. Piano piano fra due attività gradite si può inserire il gioco libero (con altri bimbi) con la promessa che dopo poco tempo si ritorna al tavolo e poi si va a casa, prima di pranzo.

    Il trucco in pratica è quello di fare un inserimento graduale, ma non solo in termini di tempo, ma anche di esposizione alla situazione che al momento la mette a disagio, facendo in modo che le sia chiaro che le attività hanno un inizio e una fine. E’ utile mettere un cartellone con le attività, e inserire lì le tessere che indicano il programma della giornata, così nei momenti di “panico” si può andare davanti al cartellone e controllare quante attività mancano prima di andare via. Non bisogna mostrarsi in ansia quando inizia a piangere, ma prenderla e portarla al cartellone, chiedendole ad esempio “non vuoi più fare questo? Facciamo quest’altro allora”

    Il trucco è fare attività così brevi che la bambina si sorprenda di quanto poco è durata e voglia farne un’altra. Dia alle maestre dei consigli su cose che possono piacerle.

    E’ utile anche sapere dalle maestre quanto tempo la bambina rimane su un compito, in modo da interrompere l’attività un po’ prima del tempo massimo, e passare ad altre attività. Le maestre la possono aiutare anche spiegando bene, cosa succede quando piange, prima e dopo. Mi scrive che il pianto succede varie volte, quindi significa che ogni tanto smette, come? Cosa fanno? Cosa succede? Ogni informazione è preziosa per costruire un piano e farle accettare la scuola e i bimbi.

    Generalmente un buon inserimento fatto in questo modo dovrebbe funzionare, ma se dovesse ancora esserci il problema, portate tutte le osservazioni che avete fatto dal neuropsichiatra della vostra asl, e vedete con lui/lei se è il caso di fare una valutazione più approfondita.

    Rispetto al disturbo alimentare, segua i consigli degli esperti che l’hanno già valutata, ma in questa fase non mischi le indicazioni. Se necessario la porti via prima del pasto e solo quando la bambina regge tranquillamente la mattinata a scuola inizi a farla stare anche al pranzo, senza sottolineare che lei deve mangiare solo alcune cose, e non preoccupandosi se torna a casa senza aver mangiato. Mettete poco cibo nel suo piatto, che sia lo stesso che hanno gli altri, o se deve essere diverso in ogni caso mantenete una bassa quantità, se mangia o se non mangia non eccedete nei complimenti, perché in quella situazione è come attirare troppo l’attenzione degli altri, ma dite semplicemente “brava”. Se non mangia, chiedete “non vuoi più?” e se fa segno di no, togliete il piatto senza pregare, scgridare rincorrere etc. dte solo “va bene”, Mantenete insieme alle maestre un piccolo diario alimentare per sapere cosa ha mangiato. Così lei si può regolare asulle proposte da usare a casa, e anche a casa segua queste semplici indicazioni, rispetto a come reagire quando non mangia. Ovviamente faccia insieme agli esperti tutte le indagini che le consigliano.

    Anche al parco si va con l’intenzione di fare un gioco e poi si va via, ad esempio si cammina con la mamma, o si fa qualcosa di diverso, e poi si torna all’area giochi per un altro gioco. Ci vuole un pò di pazienza, ma vedrà che funzionerà. Buona lavoro!