prick test

    DOMANDA

    Gentile dottore, ho 33 anni e sono un soggetto allergico (principalmente graminacee, pollini, acari, gatto) e moderatamente asmatico da quando ne avevo 3.
    A distanza di 7 anni dall’ultimo prick test, ho recentemente fatto questo esame la cui lettura rivela una diminuzione del gatto, la “scomparsa” della betulla, ma in compenso la sensibilizzazione all’ambrosia e all’alternaria. Soprattutto per quanto riguarda la riduzione e la scomparsa, ciò si tratta in effetti di un miglioramento o rientra nella tolleranza di errore di questo tipo di test? Premetto che l’esame è stato effettuato seguendo alla perfezione la preparazione allo stesso.
    Ringrazio anticipatamente per l’attenzione,
    Monica, da Piacenza

    RISPOSTA

    Gentile sig.ra,
    i test cutanei sono solo una parte della diagnostica allergologica, che si basa prima di tutto sulla storia clinica, poi sui test cutanei e infine sui dosaggi delle IgE specifiche (RAST); in caso di necessità si possono eseguire test di provocazione (nasale, congiuntivale, bronchiale) ed eventualmente test di attivazione dei basofli.
    Come vede il punto di partenza è sempre il paziente; se sta male dovrà consultare un buon allergologo che non mancherà di fare una diagnosi di certezza.
    Cordiali saluti
    Prof. D. Schiavino

    Domenico Schiavino

    Domenico Schiavino

    Docente di allergologia e immunologia clinica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Roma, e responsabile del servizio di allergologia al Policlinico Gemelli. Nato a Foggia nel 1948, si è laureato in medicina alla Cattolica e ha tre specializzazioni: oncologia (1975), medicina interna (1978) e allergologia (1981).
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