problemi a scuola e in famiglia

    Pubblicato il: 26 Maggio 2013 Aggiornato il: 26 Maggio 2013

    DOMANDA

    Mio figlio di 8 anni che fa la 3 elementare ha problemi a scuola.La maestra dice che non ha ambizioni,che se ne frega di essere quasi l’ultimo della classe,che i rimproveri gli scivolano addosso e che ha pure tentato di rispondere malamente alle maestre in seguito a dei rimproveri.Fa gruppo con alcuni compagni che non promettono niente di buono sia nell’ambito scolastico che in quello sociale e familiare; Si fa trascinare da loro che amano sfottere e giocare al posto di studiare.Loro gli hanno messo in testa che gli extracomunitari sono inferiori a noi come le donne.Questo e’ un piccolo quadro della situazione di mio figlio.Io e mio marito gli abbiamo parlato tanto volte e fatto presente che questa situazione non puo’ durare.Abbiamo provato a farlo ragionare con i castighi: abbiamo tolto tv dalla sua stanza, x box ecc.,ma il miglioramento e’solo momentaneo; lui mette al primo posto il gioco e ultimo la scuola. La prego, qualche consiglio su come un genitore deve comportarsi con questa situazione appena descritta. Ah, volevo sapere cosa significa questo atteggiamento:quando era piu’ piccolo gli facevo delle domande e lui rispondeva con altri discorsi poiche’ diceva che quella domanda non gli interessava tanto,da una domanda lui rispondeva a volte con un’altra domanda non inerente il discorso iniziale;mentre gli parlavo lui era come se non sentisse le mie parole era spesso distratto da quello che in quel momento lui desiderava fare.ora questo atteggiamento e’passato del tutto.

    RISPOSTA

    Cara Signora, se fossi in lei farei comunque valutare suo figlio dal neuropsichiatra. E’ difficile trovare bambini che non amano compiacere gli adulti di riferimento, per cui il fatto di scegliere di essere l’ultimo della classe, o dire che la scuola non gli interessa può essere un segno di difficoltà di apprendimento che lui preferisce nascondere dietro al disinteresse. A 8 anni i bambini hanno ancora i punti di riferimento nei genitori e la situazione scolastica si sta invece trasformando in una scelta di riferirsi al gruppo, che fra l’altro il bambino ha scelto fra quelli che non studiano.
    Da un punto di vista pratico, le consiglio di leggere il libro “il segreto dei bambini felici” di Biddulph, e anche i libri della tata Lucia che sono fatti molto bene. Vedrà che lì troverà delle indicazioni riguardo alle “punizioni” che non funzionano mai, e invece agli atteggiamenti premianti che potrebbero invertire l’andamento attuale. Quello che sta succedendo è che tutto si concentra sulla scuola. Da una parte il bambino deve capire che il suo atteggiamento avrà delle conseguenze, che deciderete insieme alle insegnanti (voti in pagella, o anche fermarlo per un anno, in modo che recuperi la parte degli apprendimenti visto che la terza è una classe impegnativa) Rispetto alle cose che dice su extracomunitari o sulle donne, la cosa migliore è fargli capire con il vostro esempio che non approvate, piuttosto che iniziare lunghe discussioni. D’altra parte, deve anche poter sperimentare un successo di qualche tipo, se ci sono cose in cui è ancora possibile lodarlo sarebbe bene mantenerle, ad esempio lo sport, o altre attività extrascolastiche a lui gradite. Questo servirebbe per fargli capire che comunque gli volete bene e se lui ha qualche difficoltà ve ne può parlare e le potete superare insieme. E’ vero che glielo avete detto tante volte, ma di fatto tutti i discorsi sono centrati sulla scuola e sul gruppo, ovvero su quello che in questo momento non va. Fategli capire che riuscite anche a vedere tutto quello che va bene.
    Non è semplice, ma non arrendetevi, vostro figlio in qualche modo chiede aiuto, se vedete di avere ancora difficoltà chiedete anche voi consiglio al neuropsichiatra e ad uno psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale.