DOMANDA
Egregio Dott.
Ad ottobre 2011 mi sono procurato una distorsione al ginocchio DX durante una partita di calcio con conseguente rottura del corno posteriore del menisco mediale e la rottura parziale del Legamento Crociato Anteriore. Il 04/2011 mi sottoponevo a meniscectomia selettiva mediale ed a shrinkage del LCA.
Il 18 Gennaio ho avuto una nuova distorsione allo stesso ginocchio e questi sono gli esiti della RM:
Distensione fluida della capsula articolata con falda di versamento sviluppantesi in alto a sede peri e sovrarotulea. Area di edema intraspongioso si rileva a carico del condilo femorale mediale. Esiti chirurgici con disomogeneità del menisco mediale nelle porzioni di corpo e corno posteriore. Assenza di aree di irregolare segnale a carattere patologico interessanti il menisco laterale. Il legamento crociato anteriore mostra segnale iperinteso e struttura irregolare per estesa tumefazione da lesione distrattiva della inserzione femorale da monitorare a distanza.
Nulla a carico dei legamenti collaterali e del crociato posteriore.
Indenne il tendine rotuleo.
Assenza di lesioni ossee focali corticali.
Il mio ortopedico mi ha prescritto dieci sedute di magnetoterapia e dieci di laserterapia più antiffiamatori e integratori della cartilagine. Ho proprio oggi finito la cura e le terapie. Mi sento meglio, commino regolarmente e riesco a piegare completamente il ginocchio avvertendo comunque dei fastidi. Secondo Lei posso evitare una nuova operazione?
La ringrazio anticip
RISPOSTA
Gentile lettore, la distorsione subita dal Suo ginocchio dopo l’intervento potrebbe avere leso alcune strutture articolari. Particolarmente a rischio è il legamento crociato che è stato sottoposto ad uno Shrinkage (ritensionamento termico) pochi mesi prima del trauma. La risonanza magnetica fornisce solo una parte delle informazioni utili a capire le conseguenze del trauma. Di fondamentale importanza è la visita del ginocchio, compresa l’esecuzione dei tests di lassità legamentosa che danno una valutazione funzionale della efficienza dell’apparato legamentoso. Solo con una visita è infatti possibile correlare il dato morfologico della RMN con quello funzionale della stabilità articolare. Ne derivano le conseguenti decisioni.