DOMANDA
Gentile dottore
ho 58 anni e fin da piccola ho sofferto di asma allergica. Dall’autunno 2014 ho avuto una grave recidiva. Un anno fa e’ subentrata in concomitanza una fibrillazione atriale parossistica. Mi e’ stata alla fine diagnosticata la sindrome di Vidal con allergia ai solfiti. Ho cambiato la dieta e ho cambiato casa per uscire dalla città (una delle più inquinate d’Italia con picco nel 2015) e evitare i prodotti delle combustioni causa di rinite grave e persistente asma e mal di testa opprimente. Il medico competente ha prescritto il telelavoro. Tuttavia la mia amministrazione (pubblica) me lo nega adducendo l’unica motivazione che non e’ previsto dal contratto.
Ma una prescrizione di salute non dovrebbe essere recepita comunque per proteggere la salute e evitare assenze che pregiudicano la produttività?
RISPOSTA
Gentile signora, la sindrome di Vidal Wright è una patologia rara caratterizzata dall’associazione di poliposi nasale, asma bronchiale e manifestazioni allergiche all’acido acetilsalicilico. L’acido acetilsalicilico è il principio attivo della nota Aspirina e di molti altri farmaci del libero commercio. Se la diagnosi che Le è stata fatta è corretta, la causa della sua patologia risiede in questi farmaci o in altri additivi alimentari (i solfiti cui accenna) e non nell’inquinamento atmosferico. E’ fuori dubbio, però, che l’inquinamento non giova all’asmatico, ed anzi c’è una chiara correlazione tra i livelli di inquinamento e la patologia cardiovascolare e respiratoria.
Ciò premesso, è facile convenire che il giudizio espresso dal medico competente non è appropriato. In primo luogo perché, come prescrive la legge, il giudizio deve essere riferito ai rischi professionali (nel suo caso, immagino, il lavoro al terminale video). In secondo luogo perché la prescrizione deve essere riferita all’ambiente in cui il lavoratore si trova attualmente, e non contenere indicazioni sull’assegnazione di compiti lavorativi futuri, soprattutto se non previsti dal contratto. Avrebbe altrettanto senso prescrivere “Deve fare il capo-ufficio”. L’azienda avrebbe dovuto ricorrere avverso il giudizio del medico competente per farne dichiarare la nullità.
Per quanto riguarda la sua condizione clinica, Le raccomando quindi di proseguire le misure dietetiche, che sembrerebbero efficaci, e nella limitazione dell’esposizione ad inquinamento atmosferico che ha già adottato.