DOMANDA
Gentile Dottore Zanchin,
in base alla sua esperienza, che successo si può ottenere attraverso una terapia di profilassi per l’emicrania con aurea?
Sono un ragazzo di 34 anni, e a causa di disturbi gastrici (reflusso e ernia iatale) ho dovuto cambiare il mio stile di vita, cambiando alimentazione e non utilizzando piu FANS. Inoltre ho iniziato una terapua con Pantoprazolo, che ho letto possa favorire l’insorgenza di cefalee. Nell’ultima settimana ho avuto due attacchi, che sopporto abbastanza bene dal punto di vista del doloro… meno da quello dell’aurea e da come mi debilita, in quanto non riesco a lavorare e mi lascia molto rintronato.
La ringriazio del suo consulto dottore.. le sue parole sono importanti per noi emicranici, sempre in lotta contro questo fastidioso problema, che spesso ci porta alla depressione.
RISPOSTA
Gentile Signore,
dando per sicura la diagnosi di Emicrania con aura, in genere si considera la opportunità di una terapia di profilassi quando vi è una frequenza superiore a 3 attacchi al mese, considerando nel numero anche eventuali attacchi di Emicrania senza aura, che frequentemente si associa.
Le probabilità di successo sono elevate: si considera efficace un farmaco di profilassi quando, a dosi e per periodo adeguati, riduce la frequenza degli attacchi almeno del 50%.
Viceversa, non vi sono farmaci di attacco efficaci sull’ aura, ma solo sulla cefalea che ad essa segue.
Molto cordialmente
Prof. Giorgio Zanchin