DOMANDA
Buongiorno dottore,
per colpa di un suo collega che con affianco la mia ragazza di allora mi diagnosticò una prostatite batterica dando la cura solo a me e non a lei, convivo da 30 anni con la prostatite che, nel tempo ed avendo rapporti con altre donne, si è arricchita di più patogeni e si è aggravata a tal punto che periodicamente ho dei fenomeni acuti sempre più frequenti. Il problema è che andando al PS con diagnosi acute (una volta uretrite, un’altra cistite, altra ancora epididimite..) vengo curato con dosi di antibiotico “come da bugiardino”, risolvendo la fase acuta ma a mio avviso rinforzando quella cronica che comunque è la causa del fenomeno acuto. Un mese fa il penultimo giro al PS con 39 di febbre ed ematuria, dove mi hanno prescritto Rocefin 2g/die per 1 settimana. Sono stato bene per 3 giorni dopo la cura, ma piano piano sono non solo ritornato alle condizioni precedenti, ma mi ritrovo ad avere 40 di febbre, mal di pancia, dolori e bruciori alla minzione ed alla defecazione, problemi digestivi…
Sto malissimo, ma a questo punto per essere curato in modo definitivo senza aggravare la situazione, mi tocca aspettare la sepsi, in modo tale da essere visto oltre che da un urologo (per molti dei quali la prostata è un vitalizio e mi è stato pure sfacciatamente confermato), anche da un infettivologo, visto che sono sicuro di avere più patogeni che mi hanno colpito più organi. Abito vicino a Milano ma non ho trovato figure professionali come la sua. Non saprei esattamente cosa chiederle, ma la volevo mettere al corrente che esistono realtà di questo tipo.
Spero di non rimetterci la vita. Un saluto e grazie
RISPOSTA
La situazione che descrive è piuttosto complicata e richiederebbe un’approfondita analisi clinica e strumentale. La prostatite cronica, purtroppo, è una patologia che affligge in modo più o meno grave, una discreta percentuale di uomini. Nel suo caso, l’unica cosa che le posso augurare è di trovare un urologo che si prenda carico della sua situazione in modo serio e, speriamo, definitivo.