proteine animali

    Pubblicato il: 11 Marzo 2012 Aggiornato il: 11 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gentile Dottoressa,
    mi chiamo Giuseppe , ho 39 anni e vivo a trapani.
    Vorrei che mi chiarisse le idee riguardo le proteine animali.
    Ogni mattina faccio colazione con mezzo litro di latte, durante la settimana alterno il consumo di legumi, verdure e frutta, ma anche di carne, pesce, uova e formaggi.
    Mi sono imbattuto su dei documentari nei quali esperti della nutrizione consigliano di abolire i cibi che forniscono le proteine animali.
    Sono molto confuso dato che ho sempre pensato che la dieta mediterranea fosse la via maestra dell alimentazione ed io che vivo al centro del Mediterraneo fossi un privilegiato.
    In attesa di una sua risposta voglia gradire i miei distinti saluti.

    Giuseppe

    RISPOSTA

    Salve, mi permetto di risponderle copiando qui sotto la domanda posta di recente da un altro utente al quale avevo fornito una risposta abbastanza articolata circa le diete vegetariane.

    Gentile dott.ssa,
    sono una ragazza di 27 anni e ultimamente m sto avvicinando con interesse alla dieta vegetariana.
    Ho letto numerosi articoli,tra cui anche alcuni di Umberto Veronesi, e visitato vari siti internet dedicati all’argomento. Ho notato che ci sono (la maggior parte) opinioni favorevoli a questo tipo di dieta ed altre invece discordanti.
    A questo proposito le volevo chiedere se,appunto,solo di opinioni si tratta o se invece ci sono e dove delle reali evidenze scientifiche sul fatto che il vegetarianismo sia un’alimentazione effettivamente più sana di chi è onnivoro.
    grazie

    Che bella domanda! Prima di tutto però mettiamoci d’accordo sulla terminologia. Per vegetariani s’intendono le persone che escludono dalla loro dieta ogni tipo di carne compresi i pesci e i crostacei ma che consumano altri prodotti di origine animale quali latte, formaggio e uova (latto-ovo-vegetariani) o latte e formaggio (latto-vegetariani). Per vegani (o vegetaliani) s’intendono invece le persone che escludono dalla loro dieta tutti i prodotti di origine animale: carne, pesce, latte e derivati, uova.
    Queste scelte alimentari sono spesso fatte per motivazioni di natura religiosa o etica (rispetto della vita animale, risparmio delle risorse del pianeta, ecc.). In particolare è chiaro che il livello di consumo di carne bovina nei Paesi occidentali non è sostenibile in termini di emissioni di gas ad effetto serra e di consumo di risorse idriche. Anche dal punto di vista della salute dell’individuo abbiamo ottimi motivi per ridurre i nostri consumi di carne. E’ bene però fare affidamento a comitati di esperti internazionali che prendono in esame tutta la letteratura scientifica in merito. E’ con questo approccio che il World Cancer Research Fund suggerisce di ridurre il consumo di carne rossa a meno di 300 g a settimana e di limitare al massimo il consumo di carne rossa conservata per la prevenzione dei tumori del colo-retto.
    Talvolta, invece, le argomentazioni nutrizionali e salutistiche che vengono enunciate per consigliare non solo una riduzione dei consumi di carne ma una dieta vegetariana o veganiana non hanno una solida base scientifica.
    Le diete vegetariane e veganiane sono ricche di cereali, legumi, frutta e verdura e quindi di fibra e di altre sostanze protettive nei confronti di una serie di malattie cronico-degenerative (diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tumori). In effetti, si osserva nei gruppi di popolazione vegetariani una mortalità più bassa per queste malattie. Non è però dimostrato che questo ridotto rischio sia legato all’esclusione della carne, potrebbe essere legato all’elevato consumo di frutta e verdura.
    Con opportuni accorgimenti, una dieta vegetariana è perfettamente compatibile con un buono stato nutrizionale e di salute. L’esclusione della carne implica una minore biodisponibilità del ferro e dello zinco e l’eliminazione di una importante fonte di vitamina B12 e di proteine di elevata qualità biologica ma viene facilmente compensato nell’adulto attraverso il consumo di legumi (ricchi di ferro e di proteine), di frutta (ricca di sostanze quali la vitamina C che aumentano l’assorbimento del ferro) e di uova, latte e derivati (ricchi di zinco, di vitamina B12 e di proteine di elevata qualità). Per realizzare tali compensazioni è necessaria una sufficiente cultura nutrizionale e cioè una buona conoscenza delle necessità del nostro organismo, del valore nutritivo dei vari alimenti e della loro interscambiabilità.
    Le diete veganiane sono invece da sconsigliare in assenza di integrazione. Sono effettivamente povere di colesterolo e di grassi saturi e quindi protettive nei confronti delle malattie cardiovascolari ma non sono in grado di coprire i nostri fabbisogni per alcuni nutrienti. E’ particolarmente pericolosa la carenza in vitamina B12. Eventuali accorgimenti quali il consumo di alghe e di alimenti fermentati non sono sufficienti a risolvere questo problema.