Protrusioni discali a livello dorsale

    Pubblicato il: 3 Agosto 2013 Aggiornato il: 3 Agosto 2013

    DOMANDA

    Gentile professore,
    ho sempre sofferto di mal di schiena, fin da ragazzo, e due anni fa una RMN ha riscontrato diverse protrusioni discali, anche a livello dorsale (D4-D5, D5-D6). Purtroppo dopo tante terapie inutili, grazie all’aiuto di un posturologo, ho preso coscienza che la causa principale è da ascrivere allo squilibrio posturale e, ad altri diversi fattori correlati, tra cui lo stress e le tensioni emotive, psicologico. Da circa 1 anno ho cominciato un programma di rieducazione posturale e propriocettiva. Ripeto a casa tutti i giorni gli esercizi di allungamento e rilassamento che imparo dal terapista. L’obiettivo è appunto di alleggerire il più possibile i carichi di tensione. Premesso quindi che è meglio tardi che mai, e che ultimamente qualche dolore si sta riaffacciando, volevo porLe qualche precisa domanda: 1- c’è la possibilità che le protrusioni dorsali possano rientrare con la rieducazione posturale, 2- con la rieducazione posturale posso soltanto evitare ulteriori schiacciamneti, ma le protrusioni non possono rientrare 3- il quadro è destinato a degenerare a prescindere dalla rieducazione posturale e anche gli altri livelli discali saranno soggetti a compressione. La ringrazio. Andrea

    RISPOSTA

    Caro Andrea

    Le protrusioni e le ernie discali, a qualsiasi livello, lombare, dorsale e cervicale possono rientrare. Entro dieci settimane dall’inizio della fase acuta, dovuta all’insorgenza della protrusione o dell’ernia discale, nella maggior parte dei casi, i sintomi sono completamente risolti o in via di risoluzione.
    Normalmente le protrusioni e le ernie discali si realizzano più frequentemente a livello lombare e cervicale, più raramente a livello dorsale
    Quotidianamente si rivolgono a me soggetti che soffrono di algie vertebrali in conseguenza di protrusione o ernia del disco e spesso mi presentano la loro risonanza magnetica, che evidenzia la presenza di uno o più dischi che sporgono dalla loro sede. Allora io utilizzo le immagini RMN per spiegare quel che è successo e che cosa è importante fare per risolvere il problema.
    Spiego sinteticamente le funzioni del rachide e mi soffermo in particolare sui dischi intervertebrali usando pressappoco le seguenti parole.
    “Immagini di avere una saponetta bagnata tra le mani. Solo quando i palmi sono perfettamente parallele tra di loro la saponetta è stabile: posso esercitare anche una certa pressione ed essa non scivola. Se, invece, c’è una piccola divergenza essa scivola verso l’apertura. Lo stesso avviene per il nucleo polposo del disco quando i piatti vertebrali che lo racchiudono non restano paralleli. In particolare, quando il rachide si flette, il nucleo polposo viene spinto all’indietro e quando si estende, il nucleo polposo viene spinto in avanti.
    Numerose attività quotidiane costringono in modo ripetuto e prolungato il rachide in flessione, nel lavoro, nel tempo libero e nel riposo: le continue sollecitazioni che spingono indietro il nucleo discale possono impedire il suo riposizionamento in avanti, determinando uno spostamento persistente che può essere solo una sporgenza (protrusione) o una vera e propria estrusione (ernia).
    Ora osservi sulle immagini RMN i corpi vertebrali, i dischi: è evidente la sporgenza del materiale discale dalla sua sede e il suo conseguente effetto compressivo sulle strutture nervose che si trovano posteriormente al disco.
    Ebbene ora lei sa di avere dei dischi che, sporgendo dalla loro sede, comprimono le strutture nervose e sono responsabili del suo dolore; di conseguenza, lei comprende come non sia sufficiente preoccuparsi di ridurre il dolore con farmaci, massaggi o altre terapie passive. Ma è importante fare due cose:
    1° evitare di spingere ulteriormente fuori quei dischi che stanno sporgendo;
    2° fare tutto quello che serve per farli rientrare.
    Per evitare di spingerli ulteriormente fuori deve evitare le posture e i movimenti scorretti in flessione.
    Per farli rientrare deve mantenere le curve fisiologiche e eseguire gli esercizi di mobilizzazione e rilassamento del rachide dorsale in estensione.
    Torniamo all’immagine della saponetta bagnata posta tra le mani. Solo quando le palme sono perfettamente parallele tra di loro la saponetta è stabile: lo stesso avviene per il nucleo polposo. Occorre, allora, fare in modo che i piatti vertebrali che lo racchiudono restino paralleli. Ebbene i piatti vertebrali sono, a due a due, paralleli tra loro quando il rachide dorsale mantiene la cifosi fisiologica”.
    Il dolore si ridurrà e non ritornerà più quando Lei farà tutti i giorni quello che serve per il benessere della sua colonna vertebrale; glielo descrivo brevemente.
    Informazione: deve conoscere la sua colonna vertebrale, in particolare le sue benefiche curve fisiologiche. In particolare, per stare bene deve imparare a mantenere tali curve nelle posture, nei movimenti, negli sforzi, nelle attività sportive e nel riposo.
    Riposo notturno: deve dormire in posizione supina (sul dorso); se non ha un materasso in lattice, formi un rotolo avvolgendo un asciugamano e lo ponga tra le vertebre lombari e il materasso.
    Lavoro: se lavora seduto utilizzi una sedia ergonomica dotata di supporto lombare e cerchi di lavorare mantenendo la lordosi lombare.
    Tempo libero: deve imparare a fare anche i più semplici movimenti quotidiani come lavarsi e vestirsi senza curvare la schiena.
    Esercizi di ginnastica: deve eseguire tutti i giorni ogni 2 ore, finché il dolore non passa, gli esercizi che mobilizzano e rilassano la colonna dorsale in estensione.
    Cordiali saluti
    Benedetto Toso