Psicoterapia terminata

    Pubblicato il: 6 Maggio 2016 Aggiornato il: 6 Maggio 2016

    DOMANDA

    Gentile dottore,
    ho 37 anni e per quasi 9 anni sono stata in psicoterapia. I primi anni devo dire che ho notato parecchi miglioramenti dopo i quali sono seguite fasi di stallo e poi periodi in cui provavo anche antipatia per lui e per i suoi atteggiamenti.
    In questi anni non sono però mai riuscita a risolvere il problema del mio lavoro che mi angosciava da 16 anni e di cui il mio terapista era ovviamente a conoscenza dall’inizio. Circa due mesi fa ho avuto un bruttissimo attacco di panico al lavoro e sono corsa dal medico che mi ha fatto stare a casa. Ora sto molto meglio per fortuna ma ho dovuto assentarmi dal lavoro. Ne ho parlato con lo psicoterapeuta dicendogli anche che volevo staccare un po’ dalla psicoterapia dato che erano mesi che ne parlavamo, che mi sentivo confusa e che non sapevo se continuare o no con lui, anche perché oltre a non essere più convinta io, i miei parenti erano contrari, avendomi vista stare malissimo negli ultimi periodi e lui ha reagito molto male, quasi avessi fatto una cosa grave lasciando il lavoro così.
    Siamo andati avanti ancora un po’ e secondo lui avremmo dovuto-proseguire ancora per un paio di mesi e poi concludere definitivamente, invece abbiamo chiuso con una seduta penosa in cui io non vedevo l’ora di andarmene da quello studio e lui mi trattava in modo molto freddo ed era evidentemente infastidito dalla mia presenza. (Ultima seduta durata 15 minuti ).
    Ora mi dico: ma perché comportarsi così con un paziente?sapendo che avevo appena passato un brutto periodo e tenendo conto che lui mi aveva in cura da ben 9 anni ? Mi ha anche augurato buona fortuna (in senso ironico secondo me).
    Vorrei se possibile un suo parere.
    Grazie molte.

    RISPOSTA

    Gentilissima, devo premettere che è sempre molto difficile e rischioso azzardare un’opinione su situazioni di questo genere, e non si tratta di certo di tendenza alla “difesa corporativa” (come, purtroppo, accade spesso nel nostro Paese). Il problema è che per aver chiaro il quadro si dovrebbero avere molte, molte più informazioni e, naturalmente, ascoltare il punto di vista dell’altra parte. Proprio come avviene nelle situazioni di consulenza alle coppie – dato che l’insieme del sistema, per così dire, “psicoterapeuta-paziente”, funziona (anche) come una coppia -.

    Ciò detto posso dirle che 9 anni di psicoterapia sono un periodo di tempo assai ampio, per non dire estremamente ampio, ed è più che lecito decidere di concludere, anche per via del fatto che non si notano miglioramenti oppure, al contrario, si notano peggioramenti. Tale constatazione è naturalmente formulata in modo astratto, perché sarebbe necessario almeno sapere quale diagnosi sia stata posta all’inizio del percorso, e quale sia stato l’andamento stesso del percorso.

    Una seconda osservazione sta nella reazione del “terapeuta”. Manifestare ostilità nei confronti di un paziente è sempre e comunque un grave errore, oltre che un comportamento eticamente inammissibile. Da ciò che riferisce sembrerebbe che il terapeuta abbia preso emotivamente male e in modo irriflesso la sua decisione di concludere, mantenendo un contegno ostile, oppure offeso, e finendo persino con una seduta evidentemente troncata (i 15 minuti).

    Io le consiglio di curare e tenere positivamente dentro di sé tutto ciò che di buono ha acquisito nel corso di tanti anni, senza cancellare il passato costruttivo a causa di questa indecente conclusione. Purtroppo in tutte le professioni esistono persone che non corrispondo ai dettami di “scienza e coscienza”, fondamentali soprattutto per chi ha tra le mani il corpo e/o la mente delle persone. In altri casi, e questo sembrerebbe il suo caso, le persone possono cambiare nel tempo e un terapeuta inizialmente affidabile e competente può rivelarsi alla fine poco equilibrato e incapace di gestire una situazione che – è bene ricordarlo – in ogni psicoterapia è del tutto “normale”. Cioè è normale che la psicoterapia giunga a conclusione!

    Le auguro di risolvere presto e bene i suoi problemi di lavoro.

    Con molta cordialità,

    Andrea Castiello d’Antonio

    Andrea Castiello Dantonio

    Andrea Castiello Dantonio

    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA. Professore di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Europea di Roma, è nato a Roma nel 1954, si è laureato in psicologia con lode. Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di psicologia clinica, psicoanalisi, psicologia del lavoro e psicologia giuridica. È consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma. Curatore della collana […]
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