Quando lui non chiama

    Pubblicato il: 21 Luglio 2011 Aggiornato il: 21 Luglio 2011

    DOMANDA

    Gent.ma dott.ssa Cesari,

    da circa 10 mesi sto frequentando un uomo (libero) con il quale in passato avevo avuto una relazione molto intensa, ci siamo rincontrati per caso e la scintilla è scattata nuovamente.

    Non ci vediamo spesso, ma quando succede non riusciamo a staccarci l’uno dall’altra. Lui continua a dirmi che mi ama e che non ha mai smesso di pensarmi nel corso degli anni che sono trascorsi dall’ultima volta che ci siamo visti. Nonostante queste sue dichiarazioni lui non telefona mai…..ed io non riesco a capire. Non amo le relazioni troppo appiccicose tuttavia mi chiedo come mai questa persona non senta il desiderio di chiamarmi con una certa regolarità, di sentire come sto e cosa faccio. A volte passano anche due e tre giorni senza che si faccia vivo. Questo aspetto della nostra relazione mi blocca e mi fa venire mille dubbi.Ho provato a parlargliene ma non ho ricevuto spiegazioni soddisfacenti. La ringrazio anticipatamente per la risposta che potrà darmi.

    RISPOSTA

    Gentile Interlocutrice,

    lei dice che l’uomo di cui parla è libero. Quindi va logicamente scartata l’ipotesi che sia impegnato su più fronti sentimentali. Ma può essere impegnato su più fronti professionali o familiari…. Questo è un aspetto che è sempre utile conoscere per capire meglio…

    L’altro aspetto è il significato soggettivo che lui dà alle chiamate. Ci sono individui (uomini e donne) che proprio per il fatto di pensare intensamente ad una persona finiscono per farsi vivi meno sovente. Il “fenomeno paradossale” è il seguente: la persona è talmente presente in me che finisco quasi per credere che sono in costante contatto con lei, inibendo così lo stimolo a chiamarla realmente.

    Ci sono poi persone che pensano che chiamare ogni due, tre giorni sia già molto!

    Comunque varrebbe la pena di parlarne ancora con lui, ma mettendo molta cura nel COME: dicendo cioè dolcemente che questa piccola divergenza di aspettative (e/o comportamenti) la intriga; che è semplicemente desiderosa di capire meglio come funziona lui (senza farlo sentire in colpa, senza pretendere che esista un solo modo di fare ), che ha voglia di scoprire la sua visione delle cose, che è affascinante esplorare le differenze più che le similitudini… Importante è che non si senta messo sul banco degli accusati, altrimenti “parlerà solo in presenza dell’avvocato”, ma al contrario senta che la partner è interessata al suo mondo interiore, alla sua visione delle cose… e non pretende di farlo cambiare.

    Vittoria Cesari

    Vittoria Cesari

    Docente di psicologia all’Università della Svizzera italiana di Lugano. Nata a Torino nel 1952, vive e lavora in Svizzera. Dopo la laurea in economia e commercio all’Università di Torino, ha conseguito un dottorato di ricerca in psicologia all’Università di Neuchâtel (Svizzera), un diploma in terapie relazionali sistemiche dell’Istituto Gregory Bateson di Liegi e un diploma […]
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