radiazioni

    DOMANDA

    Egregio Dottore,

    sono un uomo di 53 anni e circa 4 anni fa mi sono sottoposto a due tac renali di cui una con contrasto nel giro di qualche giorno. Essendo un tipo molto apprensivo e con il problema radiazioni all’ordine del giorno, mi chiedevo se questa procedura possa aumentare le probabilità di sviluppare una patologia tumorale nel futuro. E se si di che tipo di percentuale parliamo. Mi è stato detto che i due esami hanno sviluppato un totale di 45mmsievert ma questo contrasta con altri valori rilavati nel web.
    Nell’attesa di leggerla, un grazie sincero ed un cordiale saluto.

    RISPOSTA

    Gentile Signore,
    in linea generale ogni esame radiologico deve essere effettuato in presenza di corretta indicazione in adesione al principio della giustificazione. Se soddisfatta tale condizione il bilancio beneficio / rischio è sempre ed indiscutibilmente a favore del primo. Il calcolo della dose erogata in corso delle due TAC da lei effettuate andrebbe comunque riferito alle reali condizioni strumentali e metodologiche utilizzate nel suo spoecifico caso.
    Nelle regioni anatomiche esplorate, potssiamo i9noltre aggiunggre, che non vi sono strtture particolarmente radiosensibili.
    In sostanza non ritengo che il rischio di sviluppare patologia oncologica, nel suo caso ed in tttui i casi analoghi al suo, si elevi significativamente rispetto al resto della popolazione.

    Sergio Baldari

    Sergio Baldari

    ESPERTO IN MEDICINA NUCLEARE. Direttore dell’unità operativa complessa di medicina nucleare del policlinico G. Martino di Messina. Nato a Oppido Mamertina (Reggio Calabria) nel 1953, si è laureato e specializzato in medicina nucleare all’Università degli Studi di Bari. Dirige la scuola di specializzazione in medicina nucleare dell’Università di Messina, dove insegna. Si occupa soprattutto di […]
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