radiazioni non ionizzanti

    Pubblicato il: 7 Aprile 2011 Aggiornato il: 7 Aprile 2011

    DOMANDA

    Buongiorno, vorrei avere un suo parere circa le radiazioni non ionizzanti.

    E’ veramente pericoloso subire per dieci ore al giorno 0,4 microtesla provenieti da un elettrodotto che passa sopra le nostre teste?

    La stessa doamnda le pongo per un ripetitore a una distanza di 50-60 mt.

    Non riesco a capire se questo elettrosmog fa male sul serio o se sono allarmismi inutili o peggio. O se ancora non ci capisce nulla nessuno

    La ringrazio anticipatamente

    RISPOSTA

    Grazie per la domanda, davvero non banale e di non semplice risposta.

    Anzitutto devo precisare che professionalmente le mie competenze sono dirette verso la conoscenza degli effetti delle radiazioni ionizzanti, che sono ben note e oggetto di studio da decenni. Per quanto riguarda le radiazioni non ionizzanti, alcune sue considerazioni sono sostanzialmente condivisibili, ovvero manca una conoscenza approfondita sull’argomento, peraltro vastissimo.

    D’altro canto l’informazione si muove spesso tra eccesso di allarmismo (è fuori di dubbio che i rischi eventualmente legati alle radiazioni non ionizzanti sono evidentemente assai minori rispetto alle radiazioni ionizzanti) e immotivato ottimismo (la mancanza di dati di pericolosità non equivale a non pericolosità).

    Personalmente ritengo che sia doveroso procedere con le dovute valutazioni, doverosamente scientifiche ed accurate, cercando di mantenere un giusto equilibrio tra tutela della salute e corretta informazione, evitando la demonizzazione a priori di qualsiasi forma di “elettrosmog” (termine molto giornalistico ma scientificamente discutibile).

    Stefano Fanti

    Stefano Fanti

    ESPERTO IN MEDICINA NUCLEARE. Professore associato di medicina nucleare all’Università di Bologna. Nato a Bologna nel 1964, si è laureato e specializzato in medicina nucleare all’Università di Bologna. Dirige il centro Pet al policlinico S. Orsola – Malpighi di Bologna e la scuola di specialità di medicina nucleare all’Università di Bologna.
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