DOMANDA
In sintesi:
Mio padre ( 80 anni ) e’ deceduto il 15/03/2014,a seguito di complicazioni, nate dopo un intervento, per la rimozione di una neoformazione cerebellare,sita in fossa cranica posteriore ( cervelletto ). A seguito di esame istologico ( risultato avuto, proprio il giorno della sua morte), abbiamo scoperto che si trattava di un emangioblastoma di circa cm. 4.
Senza sapere il tipo della lesione, quindi senza un istologico ( non fattibile per le condizioni di mio padre..), era possibile pianificare un intervento e/o cure radioterapiche, alternative a quello chirurgico, più invasivo ? e l’efficacia su un emangioblastoma.. Insomma chi lo ha operato, in assenza di esame istologico,poteva essere più prudente e quindi optare per soluzioni meno traumatiche ( cyber knife- radioterapia..ecc..) ? Insomma dovevamo scegliere tra operare e non operare, nella considerazione che nessuna alternativa all’ intervento chirurgico ci e’ stata prospettata e con una situazione clinica ( mio padre ) compromessa ( l’ostruzione al passaggio del liquor, aveva di già determinato la compromissione del sistema ventricolare, con relativa condizione di allattamento, perdita dell’autosufficienza ( deambulazione impossibile per ipostenia arti inferiori, ipertono misto ai quattro arti, atrofia muscolare diffusa…come da cartella clinica..) della parola..condizione di semi vegetale…ecc…).
n.b. prima dell’istologico, si pensava ad una lesione, caratterizzata da alta malignità…
RISPOSTA
gli emaniblastomi nell’anziano sono poco comuni- la diagnosi può essere sospettata radiologicamente e il trattamento iniziale è chirurgico.. nella situazione di suo padre la lesione determinava ostruzione al passaggio del liquor, la situazione quindi era comunque in rapido peggiormento. Dalle informazioni che midate mi pare quindi sia stato fatto il possibile, in una situazione, purtroppo, già molto difficle.